Assalto in via Torino
Federico Tordi e Luca Nesi, studenti universitari, si trovavano all’esterno de La Mulata, ristorante brasiliano di via Torino, zona mare di Riccione Terme, quando sono stati aggrediti. Era da poco passata l’una di notte. Avevano appena raggiunto le rispettive ragazze, andate a cena con altre amiche. Tutto è stato ripreso dalla videosorveglianza del locale. Le immagini hanno aiutato i carabinieri della Compagnia di Riccione a ricostruire parte dell’accaduto e scatenare, nelle ore immediatamente successive, una caccia all’uomo perentoria con circa 100 militari impegnati.
Coltello a serramanico da 20 cm
Vittime e aggressori avevano trascorso la serata nello stesso locale. A trafiggere i due ragazzi un coltello a serramanico da 20 centimetri, rinvenuto ancora sporco di sangue nel parcheggio del ristorante. Nella fuga dei quattro è stato gettato a terra. I due ragazzi di Gradara si trovano dalle prime ore di sabato all’ospedale Infermi di Rimini, con profonde ferite al petto e all’addome provocate da almeno tre coltellate ricevute. Il più grave, Federico, è ricoverato in Rianimazione: uno dei due fendenti che l’hanno raggiunto alla schiena, gli ha perforato un polmone. La prognosi è riservata. Luca, invece, è stato colpito al torace. Ne avrà per almeno 40 giorni. Trovati subito tre dei quattro aggressori: due di 25 e 27 anni e un 17enne. Sono nomadi italiani della comunità sinti, giostrai di professione. Dopo un lungo interrogatorio, nel tardo pomeriggio di ieri, sono usciti in manette dalla caserma dei carabinieri di Riccione. I reati contestati sono pesantissimi: duplice tentato omicidio e tentata rapina in concorso. All’appello, ora, manca il quarto componente. Le telecamere lo hanno individuato con certezza. Sarebbe lui l’autore materiale degli accoltellamenti. Gli altri tre, invece, sono stati scovati ieri mattina: due erano nel campo nomadi di Coriano, uno a Corpolò.
Calci e pugni, poi la lama
Le immagini delle videocamere interne, vivisezionate dagli uomini dell’Arma, sarebbero chiarissime: l’avvicinamento ai due gradaresi, una richiesta e la risposta negativa. Poi, uno dei due ragazzi che esce dalla veranda, forse per un ulteriore chiarimento. Qui, scattano calci e pugni. L’amico cerca di aiutarlo: dopo aver ricevuto a sua volta una raffica di colpi, lancia un bicchiere addosso a uno dei quattro e si gira di spalle. È in questo momento in cui scattano le coltellate, davanti agli occhi di alcune ragazze, intervenute per calmare gli animi e, addirittura, di un bambino presente lì vicino. I fendenti raggiungono anche il secondo ragazzo, dopo un tentativo di fuga. Sanguinante raggiunge poi a fatica l’ingresso del locale e si accascia. A fuggire veramente sono invece gli aggressori, in direzione parcheggio, verso la loro auto. Il secondo ferito, stremato, crolla in una pozza di sangue sulla vicina panchina della fermata del bus.
Targa annotata, scatta l’allarme
Una delle ragazze è riuscita ad annotare il numero di targa dell’auto. Una berlina grigia, risultata intestata a uno dei fuggitivi presente nel locale con una ventina di altre persone (estranee alla vicenda). L’allarme è partito dallo stesso titolare de La Mulata. Allertati il 118 e i carabinieri. Il quadro è apparso subito chiaro grazie alle immagini video, alla testimonianza di uno dei feriti e anche del titolare stesso del locale che, in passato, aveva già avuto discussioni con i sinti. L’indagine, condotta dai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Riccione guidata dal capitano Marco Califano, è coordinata dal pubblico ministero Paolo Gengarelli.
Gianluca Murgia
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