PESARO - Il figlio “Lulo” se n’è andato l’anno scorso, subito dopo il Ferragosto, adesso, dodici mesi dopo, praticamente alla vigilia del Ferragosto, lo ha raggiunto il padre, Giorgio Lugli, che non ha mai smesso di cercare la “verità” sull’incidente che ha costretto per anni il figlio Massimiliano a una vita vegetativa. Una storia nota e triste. Era la primavera del 2015 quando Massimiliano Lugli, “Lulo”, per tutti, percorrendo l’Urbinate con il suo scooter davanti alla Pica ebbe un incidente. Lo ritrovarono in condizione disperate per un brutto trauma cranico. Da quell’incidente non si è più ripreso.
Quasi 7 anni e mezzo, in stato neurovegetativo, accudito in una struttura di riabilitazione, finchè l’anno scorso se ne è andato a 48 anni.
Negli ultimi anni era spesso salito alla ribalta della cronaca lanciando appelli alla disperata ricerca di un testimone che potesse avere assistito o si fosse imbattuto nell’incidente del figlio: la dinamica dello schianto autonomo, senza altri mezzi coinvolti, non l’aveva mai convinto. Ma Giorgio Lugli è stato anche un musicista esperto e appassionato e questo è il suo lato per cui a Pesaro era molto conosciuto, non soltanto nell’ambiente delle sette note. Amava la musica e amava il jazz. Suonava il basso elettrico e il contrabbasso e questo lo ha portato a collaborare con musicisti di fama mondiale. E in tanti oggi lo ricordano con parole belle e commosse che trasudano affetto e dolore.