Pesaro, processo doping: Magnini
in aula ad aprile come testimone

Pesaro, processo doping: Magnini in aula ad aprile come testimone
di Camilla Cataldo
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Martedì 15 Gennaio 2019, 12:34 - Ultimo aggiornamento: 12:35
PESARO - Filippo Magnini sarà in tribunale, a Pesaro, il prossimo 29 aprile per testimoniare a favore del medico degli sportivi e dei vip Guido Porcellini nel corso del processo per doping che coinvolge il dottore. La procura di Pesaro ha ritenuto l’ex nuotatore azzurro completamente estraneo alla vicenda, ma sarà chiamato a dire la sua come teste della difesa insieme all’ex collega Michele Santucci e ad altri cinque testimoni più un consulente. In quella occasione sarà ascoltato anche Guido Porcellini. Spiega il legale del nutrizionista, l’avvocato Francesco Manetti: «L’esame dell’imputato e del consulente saranno importanti per chiarire l’esatta dinamica di alcuni fatti e la natura delle sostanze. Tra i testimoni confermo che non ci sarà Federica Pellegrini, che aveva già interrotto il sodalizio con Porcellini nel periodo sotto inchiesta. E non compariranno altri sportivi professionisti».
  
Ieri mattina davanti al giudice monocratico Paolo De Luca c’è stata l’audizione dei testimoni del pm Valeria Cigliola, circa una decina compresi gli ufficiali che si sono occupati delle indagini. Si è parlato delle intercettazioni tra Porcellini e Magnini, che si riferivano a «schede ed esercizi alla spalla», con il preparatore atletico di Perugia Farnetani che partecipava alla programmazione. E anche di ghiaccio per il ginocchio. «Disconoscono una terapia al ginocchio di Magnini - prosegue l’avvocato - che lui stesso fa presente al carabiniere quando gli è stato chiesto. Il ghiaccio che richiedeva Porcellini serve per quello, è documentato e verrà portato in udienza Non era un linguaggio criptico, si parlava davvero del ginocchio».
Manetti difende anche il collaboratore del dottore Antonio Maria De Grandis, ieri assente. A Guido Porcellini si contesta di aver prescritto efedrina a pazienti che non ne avevano bisogno. «C’è una contestazione di uso di efedrina per altri scopi. Sono valutazioni terapeutiche fatte dal medico e gli stessi testimoni dichiarano che hanno avuto un miglioramento dalla terapia. Nessuno sostiene di avere avuti effetti collaterali di disturbo, pertanto la cura era soddisfacente. In questo caso non si parla di doping ma di pazienti privati. Il fatto che siano sostanze inserite in tabelle proibite in gara o meno non ha effetto, perché non si fa riferimento di atleti», conclude l’avvocato Manetti. Il processo è stato aggiornato al 29 aprile, con i testimoni a favore di Guido Porcellini. Insieme a Filippo Magnini e Michele Santucci parleranno altri sportivi minori.
Re Magno è, intanto, alle prese con il ricorso per i quattro anni inflittigli dalla prima sezione del Tribunale Nazionale Antidoping di Nado Italia per la violazione dell’articolo 2.2 (uso o tentato uso di sostanze dopanti) delle Norme sportive antidoping Wada. Non sono state ancora depositate le motivazioni. Per Porcellini, infine, c’è stata la conferma in appello ad Ancona della sentenza di primo grado nel processo per maltrattamenti alla ex moglie: un anno e 9 mesi. Si andrà in Cassazione.
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