Pergola, stalking e tombe profanate
per l'eredità contesa: arrestato

Pergola, stalking e tombe profanate per l'eredità contesa: arrestato
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Venerdì 2 Dicembre 2016, 16:27 - Ultimo aggiornamento: 19:40
PERGOLA – Convinto di essere stato truffato nella divisione di un’eredità, un uomo di Pergola ha perseguitato i parenti e, non contento, ha anche profanato alcune tombe di congiunti al cimitero. Dal mese di febbraio un 66enne residente a Pergola inizia ad inviare lettere minacciose e con richieste estorsive a tutti i familiari:  sorella, nipote e matrigna 93enne. E’ convinto di  essere stato raggirato nella successione ereditaria: l’abitazione ove vive, alla morte del padre, era passata nella disponibilità della matrigna e da questa alla propria nipote. Vittima delle lettere minatorie anche il notaio che aveva gestito la successione.  

La furia dell’uomo si è diretta sia verso agli attori in vita sia verso quelli ormai deceduti, tanto che durante l’estate dalle minacce è passato ai fatti. Si è recato al cimitero di Pergola ove è passato dalle minacce ai fatti danneggiando alcuni loculi, tutti riconducibili ai parenti, e imbrattandone altri con scritte offensive. Le denunce a suo carico si sono succedute, dallo  stalking alla tentata estorsione, dalle minacce ai delitti contro la pietà dei defunti arrivando in quattro mesi a collezionarne ben 6. La successione delle comunicazioni effettuate al tribunale da parte dei carabinieri di Pergola gli è costata l’emissione a suo carico della misura cautelare del divieto di avvicinarsi e di comunicare con i parenti.

Non pago di quanto accaduto e non curandosi dell’ordinanza del giudice invia una nuova lettera alla matrigna ed alla nipote, minacciando atroce vendetta per i torti subiti e promettendo grazi disgrazie in prossimità delle festività natalizie. Le donne si sono rivolte nuovamente ai carabinieri che hanno inviato gli atti alla Procura della Repubblica di Pesaro.  Il giudice, considerando le minacce gravi, circostanziate e attuali, tenuto conto anche del dispregio della misura cui era sottoposto, ne ordinava la cattura e la sua reclusione presso il carcere di Pesaro affidandone l’esecuzione ai militari della Stazione Carabinieri di Pergola
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