FANO In funzione del nuovo palasport (ma sarebbe ora di cominciare a parlare di primo palasport, una volta certificata la dimensione di palestrone del cinquantenario palas “Allende”), di concreto c’è solo l’area di Chiaruccia, che con apposito strumento urbanistico era stata selezionata come quella idonea ad ospitarlo.
Previsioni mancate
Non sono stati previsti fondi e nemmeno è stato messo a punto il progetto, che dovrebbe costare intorno ai 200.000 euro e che però si potrebbe provare a rilevare da chi di palasport ne ha già costruito uno.
«Promessa irrealizzata» denuncia anche l’Udc, che nel lamentare il tradimento di uno dei punti del programma di mandato elegge il palasport «a grande necessità più volte rivendicata dalle società sportive», ma che sarebbe l'ideale anche per «convegni, spettacoli, concerti e fiere che muoverebbero un indotto economico importante per le attività alberghiere e di ristorazione, con ripercussioni positive anche sul commercio». Scettico che l’amministrazione comunale possa piazzare un colpo di reni, il delegato allo Sport Achille Cacace dubita anche che nell’impresa riesca a tirare dentro il privato, da identificare in Profilglass e nella famiglia Paci con cui in realtà l’argomento è stato affrontato a partire da un annetto fa e senza che ancora ci siano stati sviluppi.
Soluzione al ribasso
Nel frattempo valutata una soluzione al ribasso, con impianto da 1.500 posti che consentirebbe di circoscrivere le spese di costruzione e gestione. Ipotesi che lascia disorientata non solo la Virtus, che in caso di promozione in A2 e dopo avere goduto dalla deroga prevista per un anno, si vedrebbe ugualmente costretta ad emigrare (si profila un innalzalmento della capienza minima a 2.000 posti), ma anche tutti quelli che bazzicano il mondo dello sport, dello spettacolo e degli eventi in genere e che nel mini-palazzetto (saremmo su per giù al livello di quello di Urbino) potrebbero organizzare poco per non dire quasi nulla.