Cagli, bimbo morto di otite: rito abbreviato
per i genitori e ordinario per il medico

Cagli, bimbo morto di otite: rito abbreviato per i genitori e ordinario per il medico
di Fedrica Serfilippi
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Mercoledì 13 Febbraio 2019, 06:35
ANCONA-  Il procedimento per la morte di Francesco, il bimbo morto a 7 anni per un’otite curata solo con rimedi omeopatici, prende due strade diverse. Se da una parte Massimiliano Mecozzi, il medico pesarese che seguiva la famiglia del piccolo e che non avrebbe somministrato antibiotici, ha deciso di affrontare il dibattimento nel caso venisse rinviato a giudizio dal giudice, dall’altra i genitori del minore hanno optato per il rito abbreviato, scelta che porterebbe a uno sconto di pena di fronte a una condanna.
 
Ieri mattina, i tre attorno a cui la procura ha stretto il cerchio per la morte di Francesco hanno affrontato l’udienza preliminare davanti al gup Paola Moscaroli. Nessuno degli indagati, chiamati in causa con l’accusa di omicidio colposo aggravato, era presente in aula. Nella stanza del giudice sono entrati, oltre al pubblico ministero Daniele Paci, gli avvocati Federico Gori (per i genitori del bambino) e Fabio Palazzo (per il medico). L’udienza è durata pochi minuti. Giusto il tempo di formalizzare la richiesta del rito abbreviato per Olivieri e Bonifazi e rinviare il procedimento al 4 aprile. In quella data, verrà discussa la posizione di chi ha scelto di non andare a dibattimento, con probabile sentenza, e il possibile rinvio a giudizio di Mecozzi, sospeso dall’esercizio della professione medica per un anno, da dicembre 2017 allo stesso mese del 2018. Francesco, residente con i genitori a Cagli, è spirato al Salesi il 27 maggio di due anni fa per un’otite degenerata in encefalite pochi giorni dopo il trasporto d’urgenza con l’elicottero dall’ospedale di Urbino. Era arrivato al materno-infantile di Ancona già in coma. Stando alle accuse mosse dalla procura, per circa quindici giorni il piccolo sarebbe stato curato solamente con rimedi omeopatici. La terapia contro l’infiammazione acuta dell’orecchio non avrebbe però sortito alcun effetto. Davanti al peggioramento delle condizioni di salute di Francesco, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Mecozzi – che seguiva da tempo la famiglia della vittima - avrebbe omesso di predisporre qualsivoglia approfondimento diagnostico ed evitato di prescrivere le necessarie terapie antibiotiche adeguate alla cura della patologia insorta. Per la procura, le responsabilità del papà e la mamma di Francesco sarebbero state quelle di non consultare la pediatra o comunque rivolgersi tempestivamente a uno specialista o direttamente all’ospedale una volta vista l’inefficacia del trattamento omeopatico.
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