Cyberbulli dell'aula accanto uno studente su 4 è a rischio

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Domenica 19 Novembre 2017, 05:00
IL FOCUS
PESARO Su internet già a 4 anni, praticamente all'asilo, e tra medie e superiori uno studente su quattro è a rischio di cyberbullismo diventandone una potenziale vittima se indifeso e non adeguatamente protetto o preparato alle insidie della rete. La criminologa forense specializzata in criminologia minorile, l'avvocato Eleonora Nocito, ha condotto uno studio in provincia di Pesaro durante sette incontri dal titolo In rete contro il bullismo. Un contesto in cui ha svolto 400 questionari distribuiti a 130 docenti e 270 genitori di ragazzi delle medie e superiori sul tema dell'utilizzo di internet.
Le domande
E' stato chiesto ai 270 genitori a che età i loro figli avessero iniziato ad utilizzare Internet: il 49,6% ha dichiarato dai 10-12 anni, seguito dal 27,8% (dai 7 ai 9 anni), dal 11,1% (dai 4 ai 6 anni), dal 6,7% (meno di 4 anni). Solamente il 4,8% dei loro figli non lo aveva mai utilizzato. L'iscrizione ai social è un elemento chiave. Il 51,5% è iscritto. Ma cosa fanno i ragazzi su internet? Giochi, quiz e si mantengono in contatto con gli amici attraverso messaggerie e chat. L'indagine è andata a fondo andando a indagare anche nel pesarese il fenomeno del vamping ossia l'abitudine a rimanere svegli di notte per chattare e collegarsi a internet: fortunatamente solamente il 3% dei genitori ha dichiarato che il proprio figlio molto spesso chatta o è collegato a internet durante la notte mentre l'11,9% degli intervistati ha risposto che ciò succede solo qualche volta.
La sottovalutazione
Solamente un terzo degli intervistati ha dichiarato di aver attivato dei parental control sui dispositivi dei figli. «Ciò evidenzia una scarsa conoscenza e una sottovalutazione degli strumenti attualmente in commercio per tutelare la sicurezza dei ragazzi in rete» spiega Nocito. Tra le app più utilizzate figura Whatsapp, seguita da Instagram e dal videogioco Clash of Clans/Clash royale. Ma ecco il cuore della ricerca: essere vittime di bullismo/cyberbullismo: il 6,3% ha affermato che, purtroppo, il proprio figlio era costantemente preso in giro, il 19,6% ha risposto che ciò avveniva «qualche volta» mentre la maggioranza, ossia il 74,1%, non sapeva o non credeva. In un'altra domanda è stato chiesto ai genitori se fossero a conoscenza della presenza o meno di bulli nella classe o scuola frequentata dal proprio figlio. Il 49,3% ha risposto affermativamente, il 30,4% negativamente e il 20,4% non ne era a conoscenza. Inoltre per i genitori intervistati la tipologia di bullismo più pericolosa è quella di tipo psicologico (42,6%), seguita dal cyberbullismo (32,6%), dal bullismo fisico (14,1%) e verbale (10,7%).
La percezione
C'è una percezione particolare del cyberbullismo perché il 40% degli intervistati lo considera molto più pericoloso del bullismo tradizionale in quanto le persecuzioni via web non hanno confini né fisici né temporali; il 34,8% ha sostenuto che il bullismo online sia più difficile da individuare per gli adulti perché non hanno accesso alla vita in rete dei giovani, il 12,6% che sia più doloroso per le vittime perché subiscono danni alla reputazione in pochissimo tempo, e un altro 12,6% che sia più frequente perché il cyberbullo minimizza il suo comportamento online. Dall'altra parte gli insegnanti fanno sapere di essersi imbattuti in casi di bullismo: aa 1 a 5 (70,8%), l'11,5% nessuno, il 10,8% da 6 a 10, il 6,9% oltre 10 casi.
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