«Circolano notizie allarmanti e sento il dovere di respingere espressioni che negano lo straordinario sforzo quotidiano»

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Giovedì 14 Dicembre 2017, 05:04
IL FOCUS
PESARO Carcere di Pesaro, numeri e criticità. Ma anche apertura al dialogo. Dopo la manifestazione degli agenti di polizia penitenziaria di lunedì scorso, che chiedevano un avvicendamento dei vertici, è proprio la direttrice della struttura di Villa Fastiggi, Armanda Rossi, a voler far chiarezza.
Il distinguo
Gli agenti parlavano di «aggressioni verbali e fisiche dei detenuti, caos e ferie arretrate per una gestione non consona». Rossi precisa: «Da alcuni giorni, circolano notizie allarmanti e sconfortanti in merito al clima interno alla casa circondariale di Pesaro, addirittura paragonata ad una bolgia infernale. Sento il dovere di respingere le espressioni adoperate da talune organizzazioni sindacali che, mistificando la realtà, negano il merito straordinario dell'azione quotidianamente profusa non solo dal corpo di Polizia penitenziaria, ma da tutti gli operatori impegnati nel delicatissimo e mai facile compito della rieducazione. Enfatizzare il raro ed episodico evento critico, purtroppo ciclico, fisiologico ed inevitabile in ogni istituto di pena, per resistere, in qualche modo, alle innovazioni proprie delle nuove modalità dell'esecuzione penale, significa osteggiare lo spirito dei tempi e quel processo di apertura che ha finalmente onorato la verità ordinamentale sottesa alla riforma del 1975 e, per oltre quarant'anni, rimasta confinata nel limbo delle mere enunciazioni astratte».
L'apertura
Armanda Rossi assicura che «il carcere di Pesaro raccoglie la sfida dei tempi e guarda con fiducia, speranza ed estremo entusiasmo alle conclusioni degli Stati generali dell'esecuzione penale ormai prossimi ad innovare l'ordinamento penitenziario. Con la puntualità e l'oggettività propria dei dati ufficiali, potrei smentire le notizie allarmanti diffuse dalle organizzazioni sindacali. Una su tutte quella delle aggressioni al personale di Polizia: un fenomeno sconosciuto nel contesto di Villa Fastiggi se si considera che dal mese di giugno 2015, data del mio insediamento e del comandante del Reparto di Polizia, Giovanni de Candia ad oggi, il registro degli eventi critici annovera solo due episodi in qualche modo riconducibili ad una forma di aggressione da parte dei ristretti nei confronti di altrettanti operatori di Polizia. Occorre riattivare il dialogo con le organizzazioni sindacali affinché si riprenda con serenità e responsabilità quel necessario cammino di innovazione, onorando le responsabilità che la Carta Costituzionale ci affida».
La struttura
Dunque un'apertura importante. L'edificio aperto il 1° marzo 1989 è costituito da un padiglione, dove si trova, al primo piano, l'unica sezione femminile, mentre al piano terra vi sono aule polivalenti, e da un padiglione di due piani. Il carcere è dotato di una sala colloqui, un campo sportivo, una palestra, un teatro e una biblioteca. Può ospitare fino a 222 detenuti, ad oggi sono circa 220 di cui quasi la metà stranieri. Gli agenti di polizia penitenziaria previsti sono 193, ma l'effettivo organico è di 171, più 5 educatori e 11 amministrativi a fronte dei 15 previsti.
«Ci sono tre sezioni comuni in regime di porte aperte spiega il segretario Osapp Mauro Nichilo - una per i sex offender che ospita circa 35 detenuti che hanno commesso violenze sessuali, una sezione di transito da 15 detenuti definiti problematici con difficoltà di inserimento e una sezione con una ventina di donne. Ad oggi si fanno poche attività e il laboratorio di falegnameria è chiuso. Ogni sezione ci sono 25 celle di 3 metri per 3 che possono al massimo ospitare due detenuti. Alcune celle risultano inagibili perché piove all'interno».
Le necessità
Quello della necessità di lavori è un problema sentito come conferma anche il segretario del Sappe Nicandro Silvestri: «Sono mesi che vengono chiesti adeguamenti, ma l'edilizia carceraria è praticamente ferma». C'è anche un altro aspetto da evidenziare. «La sanità compete all'Area Vasta e non è interna, quindi è un viavai di persone che chiedono assistenza medica sottolinea Silvestri - C'è anche chi se ne approfitta».
Luigi Benelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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