Area artigianale ormai desolata e senza strade

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Sabato 18 Novembre 2017, 05:00
IL DEGRADO
PESARO Via Toscana, l'area artigianale più vicina al centro della città, insieme a quella di Largo Ascoli Piceno, inserita nel tessuto urbano, ma mai valorizzata. Negli anni è andata incontro ad un lento degrado, senza che ci sia mai stato un vero piano di recupero, richiesto a gran voce dagli imprenditori. L'alluvione di undici anni fa ha rappresentato una batosta dalla quale il comparto non è più riuscito a risollevarsi. Diverse aziende in ginocchio, piegate da danni per centinaia di migliaia di euro, capannoni allagati, e le chiusure che si susseguivano una dietro l'altro, complice anche la crisi economica.
La carenza principale, che ha frenato potenziali nuovi investimenti, è stata senza dubbio quella delle infrastrutture viarie. Via Toscana ha un solo punto di accesso, attraverso via Paganini e via Lombardia, in un anello circondato dal percorso del fiume Foglia. Di occasioni per aprire via Toscana alle arterie stradali circostanti, ce ne sono state, ma mai colte. La Nuovissima Montelabattese, la strada progettata da Società Autostrade in collegamento tra villa Fastiggi e Tombaccia, avrebbe potuto servire l'area artigianale, ma è saltata dalle opere accessorie, con l'addio allla soluzione del secondo casello in posizione Pesaro-centro. La seconda occasione è arrivata con l'operazione legata al secondo tratto dell'interquartieri e al Ponte sul Foglia, che oggi collega villa San Martino con la Torraccia. Gli imprenditori hanno sollecitato l'amministrazione a creare uno svincolo sull'interquartieri, per collegare le loro impresa attraverso il lato di via Sardegna.
Ma quando l'interquartieri è stata completata, nessuna traccia della rampa, che i tecnici consideravano non di facile attuazione per le pendenze previste. E così via Toscana è rimasta chiusa nel suo fazzoletto, con il timore che il Foglia faccia qualche altro brutto scherzo, nonostante negli anni siano stati attuati degli interventi di mitigazione, dalle fogne agli argini. Qualche capannone rimasto sfittio è stato occupato, cercando di riconvertire le destinazioni, vedi l'edificio che ospita lo Smash, con le attività sportive, oppure il centro rifiuti di Marche Multiservizi che al suo arrivo, un anno fa, non è stato ben accolto dal comitato della zona. Il deposito di legnami che si incontra all'inizio dell'anello è rimasto vuoto e attende una riconversione a terziario attraverso il Poru, bloccato negli uffici urbanistici.
tho. del.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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