Abusi sessuali sulle pazienti tra le vittime due ragazzine

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Sabato 19 Gennaio 2019, 05:04
L'INCHIESTA
URBINO La paura questa volta si nascondeva dietro il camice bianco del cardiologo protetto dalle mura dei suoi due studi privati. Abusi sessuali reiterati nel tempo che hanno portato all'arresto di Valentino Ferri, 67 anni, ora ristretto ai domiciliari. Le indagini condotte dai carabinieri di Urbino, in collaborazione con i colleghi di Sant'Angelo in Vado e di Piandimeleto è stata coordinata dalla procura di Urbino e dal pm Irene Lilliu.
Ipotesi di reato
L'accusa a carico del medico specialista è violenza sessuale aggravata su 9 donne. Dove l'aggravante è quella di aver sottoposto alle sue illecite attenzioni anche una bambina di 11 (che come l'altra vittima di 16 anni voleva certificare la propria idoneità sportiva) ma anche la violazione del rapporto di fiducia tra medico e paziente nella particolare funzione di pubblico ufficiale in quanto parte dell'attività di ferri avveniva in convenzione con il servizio sanitario regionale. Rappresenta invece un'attenuante la condizione di minor gravità perché nell'accusa non si parla di atti carnali. L'ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal Gip del Tribunale di Urbino ed eseguita giovedì pomeriggio quando i militari hanno atteso che il cardiologo concludesse la sua attività ambulatoriale. Dopo le prime cinque denunce risalenti a tre mesi fa i militari hanno piazzato microtelecamere nei due ambulatori di cliniche private della zona dove il medico, oggi in pensione, esercita. Altre quattro denunce sono di donne che si sarebbero convinte a sporgere querela dopo essere state contattate dai carabinieri e aver compreso che lo svolgimento delle visite non era avvenuto secondo corretta «prassi medica».
Le microspie
Le intercettazioni ambientali sono state autorizzate dallo stesso Gip. La prima denuncia arrivata sul tavolo dei carabinieri è stata quella di una mamma nell'ottobre dell'anno scorso. La donna ha raccontato che la figlia di 11 anni (ne avrebbe compiuti 12 anni cinque giorni dopo) durante la visita cardiologica effettuata da Ferri era stata sottoposta a palpeggiamenti. Un racconto dettagliato degli inequivocabili movimenti del medico, successivamente confermati dalle immagini registrate. Una sorta di modus operandi che il cardiologo adottava per molestare le sue pazienti che una volta all'interno dello studio, venivano invitate a spogliarsi e a stendersi sul lettino.
La visita all'inizio si svolgeva regolarmente con l'utilizzo di idonei strumenti tra cui l'elettrocardiogramma e l'apparecchio per il rilevamento della pressione. Poi, il suo cavallo di battaglia ovvero la necessità di verificare il polso femorale (che si trova nell'inguine) e da lì partivano i palpeggiamenti nelle parti intime. Durante le manovre per effettuare l'esame pressorio prendeva la mano del braccio in cui aveva allacciato lo sfigmomanometro per appoggiarla sui propri genitali. Tali attenzioni erano rivolte solo alle pazienti donna e la presenza di familiari non rappresentava per lui un deterrente.
Le testimonianze
Le testimonianze delle pazienti che hanno sporto denuncia contro il cardiologo parlano tutte di momenti di profondo imbarazzo e poi di turbamento ma nessuna era in grado di reagire alla violenza percepita. Lo stato di confusione e di perplessità, in questo caso, era acuito dalla condizione di debolezza di chi ha o teme di avere patologie cardiache e che al contempo ripone e fiducia nella competenza del medico. Si tratta di un'indagine molto delicata eseguita dai carabinieri di Piandimeleto guidati dal maresciallo Fabio Mariottini e Alessandro Privitera, comandante della stazione di Sant'Angelo in Vado insieme ai militari della Compagnia di Urbino guidata dal capitano Renato Puglisi. Tutte circostanze derivanti dall'indagine ancora in corso e con elementi che dovranno essere chiariti. I carabinieri vogliono accertare se siano accaduti altri casi analoghi in precedenza e hanno invitato possibili altre vittime a farsi avanti per sporgere denuncia.
Il silenzio
L'indagato, difeso dall'avvocato Mauro Gregorini di Sant'Angelo in Vado, al momento dell'arresto non avrebbe proferito parola ma potrà fornire la propria versione dei fatti durante l'interrogatorio di garanzia non ancora fissato dal Gip ma che si dovrà svolgere entro 5 giorni. Valentino Ferri avrà ovviamente anche la facoltà di non rispondere. Il legale, ieri sera, si è limitato a spiegare che Ferri è assolutamente sereno perché sarebbe in grado di dimostrare come il suo comportamento sia stato assolutamente aderente alla prassi medica. «Non conosco ancora gli atti - ha aggiunti Gregorini - per cui è prematuro parlare di linea difensiva». Certamente il legale di Sant'Angelo in vado sarà affiancato da un pool di avvocati nella difesa dell'assistito.
Silvia Sinibaldi
Eugenio Gulini
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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