L'INTERROGATORIO
MACERATA Particolari anatomici della vittima, un foglio manoscritto,

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Giovedì 20 Settembre 2018, 05:04
L'INTERROGATORIO
MACERATA Particolari anatomici della vittima, un foglio manoscritto, e la ricostruzione dettagliata, analitica dell'omicidio. Sono questi gli elementi che per la Procura rendono attendibili le rivelazioni fatte da un detenuto in merito alla morte di Pamela Mastropietro. Nei giorni scorsi, infatti, gli inquirenti hanno sentito un collaboratore di giustizia italiano che per un periodo è stato ristretto nel penitenziario di Marino del Tronto, ad Ascoli, e che avrebbe deciso di condividere con gli inquirenti le presunte confidenze fatte a lui da Innocent Oseghale. Ma il nigeriano di 29 anni, in carcere con l'accusa di omicidio e distruzione di cadavere la procura gli contesta anche la violenza sessuale nei confronti della diciottenne romana , interrogato successivamente, ha negato tutto.
Il nigeriano smentisce tutto Al procuratore capo Giovanni Giorgio ha detto di non essersi mai confidato con quell'uomo, tantomeno di avergli raccontato di aver accoltellato la giovane, una circostanza che dal giorno del suo arresto (il 31 gennaio scorso) ha sempre contestato. Ma per il procuratore le dichiarazioni del detenuto sarebbero genuine. L'italiano avrebbe riferito che Oseghale avrebbe avuto un rapporto sessuale con Pamela a casa sua quando la 18enne era sotto effetto di eroina, poi quando la giovane avrebbe manifestato la volontà di andare via le avrebbe inferto la prima coltellata.
Particolari choc
Il detenuto ha poi proseguito il racconto con particolari agghiaccianti. Avrebbe detto che, credendola morta, Oseghale avrebbe iniziato a farla a pezzi, salvo poi accorgersi che in realtà la giovane era ancora viva e l'avrebbe finita con una seconda coltellata inferta accanto alla prima. A testimonianza della veridicità del racconto resogli dal nigeriano, il detenuto avrebbe rivelato particolari anatomici della vittima che non erano mai emersi. Dettagli che non erano visibili dalle foto postate su Facebook, che non erano apparsi né sui numerosi articoli di giornale pubblicati sulla vicenda né in televisione e che erano sconosciuti anche agli stessi inquirenti ma che sono stati confermati dai familiari di Pamela.
Diversi colloqui
Il collaboratore di giustizia avrebbe spiegato che nell'arco di una settimana sarebbero stati diversi i colloqui intercorsi con Oseghale che si sarebbe espresso sempre in italiano (nonostante dal suo arresto il nigeriano abbia sempre chiesto un interprete affermando di parlare solo la lingua inglese, Ndr). Quest'ultimo gli avrebbe consegnato anche un foglio manoscritto. Non è chiaro perché il nigeriano abbia sentito la necessità di confidarsi con quel detenuto ma la versione fornita sarebbe stata confermata anche da un altro detenuto a cui il collaboratore di giustizia avrebbe a sua volta raccontato le confidenze del nigeriano. Oseghale, difeso dagli avvocati Simone Matraxia e Umberto Gramenzi, nega tutto, su tutta la linea.
Benedetta Lombo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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