Il paradosso del centro storico Si svuota, ma mancano le case

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Giovedì 24 Gennaio 2019, 05:04
LO SVILUPPO
MACERATA Riportare i residenti in centro storico, magari con incentivi muovendo le leve della fiscalità locale? Facile a dirsi, tanto che il concetto è ormai un mantra che, periodicamente, torna a risuonare quando si parla del centro di Macerata; molto più difficile a farsi, perché se ci fossero famiglie disposte ad abitarvi, troverebbero ben pochi appartamenti disponibili. È il paradosso maceratese che il cui centro ha un terzo delle unità immobiliari esistenti non abitato da famiglie, ma indisponibile.
La discussione
Da anni, infatti, si continua a dire che i residenti sono in calo, che le attività commerciali soffrono o che la mancanza delle auto in centro storico è una delle cause dei problemi del cuore della città: una sorta di cane che si morde la coda. L'ultima discussione sul tema centro storico è di due giorni fa, in consiglio comunale, complice una mozione di M5S che chiedeva l'utilizzo di piccoli mezzi elettrici per facilitare l'ingresso. Mozione che, pur se bocciata, ha aperto, come sempre, un dibattito sul fulcro della città, con prese di posizione e osservazioni, ma anche con analisi della situazione attuale e possibili risvolti per il futuro. Discussione che ha evidenziato, tra le altre cose, un paradosso che in parole semplici, può essere riassunto così: nonostante la residenzialità in centro storico sia auspicabile, non è praticabile, visto che non ci sono case da abitare.
Il dato
I numeri, anche se di circa 9 mesi fa, parlano chiaro: le unità immobiliari presenti in centro storico sono 2061, le famiglie residenti sono 1219, il resto delle case, poco più di 800, sono per oltre il 90% affittate a studenti universitari. E' il sindaco, Romano Carancini, a fare il quadro della situazione: «Noi crediamo convintamente che il centro storico debba essere il cuore pulsante e il punto di riferimento per la città e per i turisti e, sulla base di ciò, nove anni non sono passati invano, con la nostra scelta, lontana, che porta al recupero di tanti spazi interni, tra i quali i musei. Perché il centro storico è naturale che, soprattutto in città piccole come la nostra, sia punto di riferimento, per il quale va approntata una strategia. Strategia che noi abbiamo individuato nel recupero degli spazi e nella valorizzazione delle bellezze storiche e crediamo che accanto a ciò le attività culturali siano il sale e debbano continuare ad esserlo». Una scelta, quella di puntare fortemente sulla cultura e sulla valorizzazione dei beni culturali, che sta accompagnando l'amministrazione da anni e sulla quale si continua a lavorare.
Le residenze
Accanto a quanto si sta facendo sulla bellezza, così come declinata dall'amministrazione, ci sono anche la quotidianità, intesa come vita di tutti i giorni nel centro, e la residenza. «Su questo aspetto commenta il sindaco Carancini dobbiamo farci una domanda: le infrastrutture di questo centro storico sono pronte ad accogliere i residenti? Ricordo che abbiamo fatto un'analisi che ci dice che non ci sono rilevanti segmenti di unità immobiliari libere e questo ci deve portare a fare una valutazione. Delle circa 800 unità immobiliari che non sono abitate da famiglie maceratesi, il dato che abbiamo è che il 92% è affittato a studenti. Quindi, non è vero che ci sono case sfitte, ma è vero che non abbiamo spazi per riportare i residenti al centro storico, così come è vero che, nei casi residuali, non abbiamo leve incisive e determinanti per orientare le scelte politico amministrative». Ecco, allora, che, a fronte di una situazione del genere, l'amministrazione, piuttosto che utilizzare strumenti poco efficaci, ha deciso, da diversi anni a questa parte, di puntare su un'altra strada, ovvero sulla valorizzazione culturale del centro, che, comunque, vuole anche essere una sorta di incentivo a tornare ad abitare in centro, per quanto possibile.
Le scelte
«Abbiamo reso il centro storico appetibile spiega il primo cittadino -, con la speranza che le famiglie potessero tornare a innamorarsene. Si tratta del cuore pulsante della nostra città e le iniziative significative vogliono tendere anche a fare da incentivo alle famiglie. Questa, ovvero la residenzialità, è una scelta non totalmente pilotabile, ma che, chi dovrà ragionare sul futuro della città, può anche decidere di rivedere, partendo, però, dal punto iniziale, ovvero la sostanziale mancanza di immobili liberi. Le scelte fatte dall'amministrazione le rivendichiamo fortemente, visto che sono convinto che vadano nella direzione di fare il meglio possibile per il centro storico, anche per eventuale riassorbimento di famiglie, fattore nel quale entrano in gioco molti aspetti non controllabili da chi amministra».
Nicola Paciarelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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