Turismo, serve una regia unica

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Lunedì 18 Febbraio 2019, 05:04
LA STRATEGIA
FERMO In questi giorni di sole e clima mite, viene spontaneo pensare alla bella stagione. Carnevale, Pasqua, i lunghi ponti del 25 aprile e del 1° maggio ed ecco, senza neanche accorgersene, l'estate. Obbligatorio, quest'anno, non arrivare impreparati, per rifarsi dei numeri altalenanti del 2018. A due anni e mezzo dal terremoto, il sisma non può essere più una giustificazione al calo dei turisti. E se la crisi non allenta la presa, va intercettato chi ancora spende per le ferie. E chi le vacanze le fa nel weekend. Offrendo un pacchetto completo. Perché oggi i turisti non si accontentano di spaparanzarsi al sole. Il territorio lo vogliono vivere. E siccome a quello fermano non manca niente, è arrivata l'ora di rimboccarsi le maniche. Di fare rete con i fatti, non solo con le parole. Quello che serve è una cabina di regia per promuovere il Fermano come un unico territorio. A farsi portavoce di questa necessità il sindaco di Porto San Giorgio che ha invitato i colleghi ad alzare la testa e unire le forze.
L'appello
Se e come gli altri sindaci risponderanno all'appello lo si vedrà nei prossimi mesi. Ma farlo cadere nel vuoto, oltre che poco lungimirante, sarebbe disastroso. Il primo interessato è Fermo che con il comune costiero ha già tentato un dialogo sulla promozione, durato poco. Nel capoluogo è appena andato in archivio il weekend dedicato al cioccolato. La festa ha aperto le porte alla settimana di Carnevale. D'ora in poi sarà tutto un susseguirsi di eventi. Per la gioia dei fermani, dei turisti (ieri c'erano due pullman in giro per la città) e dei commercianti. Loro, che la piazza la vivono tutto l'anno, che ne pensano? La maggior parte deve di buon occhio le tante iniziative scaglionate nei fine settimana. Che portano gente in centro per gran parte dell'anno. «Fosse per me, di eventi ce ne dovrebbero essere ogni weekend», dice Lorenzo Testoni del negozio di musica Discolandia. «Con l'amministrazione precedente era diverso: ne organizzava pochi che magari richiamavano migliaia di persone, poi per settimane niente. E la piazza restava vuota. Così, invece, c'è più continuità». Favorevole a puntare sulla quantità anche Isolina Iobbi del ristorante L'Open: «Sono per tanti eventi durante tutto l'anno e per dare continuità al movimento in piazza. Le iniziative, però, dovrebbero essere pubblicizzate meglio. In questi giorni sono passate da me parecchie persone che non sapevano della festa del cioccolato. A mio avviso servirebbero più manifesti e pubblicità tradizionali, perché non tutti usano i social per informarsi su quello che c'è in giro».
I negozianti
Della stessa idea Maria Grazia Moreschi del negozio di abbigliamento Barney che plaude alle tante feste in centro e suona la carica ai colleghi. «Siamo aperti di domenica già da parecchio tempo», spiega. «La nostra clientela ormai lo sa e ci viene a trovare anche se in piazza non c'è un evento particolare. Ma è innegabile che, quando si organizza qualcosa, in giro c'è molta più gente. Quello che possiamo fare noi commercianti è collaborare, stando aperti di domenica, per dare un'offerta più completa. Altrimenti, non riusciremo a crescere dal punto di vista commerciale».
Fuori dal coro
Voce in parte fuori dal coro quella di Massimiliano De Santis della gelateria La Veneta. «È indiscutibile l'impegno che l'amministrazione sta mettendo nell'organizzare eventi dice , soprattutto considerate le risorse che hanno a disposizione e il calo generalizzato di presenze nelle piazze, come nei centri commerciali. La domenica ci sono sempre tanti giovani anche quando non c'è niente di particolare. È un segnale positivo perché significa che c'è stata una ripresa della piazza come luogo da frequentare». Fin qui tutto bene. A rendere dubbioso De Santis è lo scopo delle fante feste organizzate durante l'anno: «Mi chiedo se hanno o no una finalità precisa. Dovesse arrivare un'amministrazione diversa, che puntasse meno sugli eventi, in piazza la gente verrebbe comunque? Noi commercianti già dobbiamo fare i conti con i consumi che cambiano. Non possiamo dipendere anche dalle amministrazioni. Soprattutto se vogliamo fare investimenti sul lungo periodo. Per questo, forse sarebbe meglio fare qualche evento in meno, ma più importante, in modo che possa caratterizzare la città ed essere riproposto anche da chi verrà dopo».
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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