Quota 100, tante richieste «Ma per ora regna il caos»

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Mercoledì 24 Ottobre 2018, 05:04
IL FOCUS
FERMO Trentotto anni di contributi e sessantadue di età. Sono i requisiti previsti dalla legge proposta dal Governo per andare in pensione in anticipo. Quota 100, così è stata battezzata, permetterebbe a uomini e donne, dipendenti e autonomi di smettere di lavorare prima rispetto ad oggi. Un'opzione che non sostituirebbe, ma si andrebbe ad aggiungere a quelle già in essere (pensione anticipata: uomini 42 anni e 10 mesi di contributi, donne 41 e 10 mesi, e di anzianità: 66 anni e 7 mesi per uomini e donne). Di sicuro, però, per adesso c'è poco.
Le informazioni
Nel senso che notizie e aggiornamenti si susseguono di continuo e anche per gli addetti ai lavori non è facile star dietro al flusso di modifiche e aggiustamenti. Chi ormai assapora da vicino l'agognata pensione, però, vuole vederci chiaro. E già da qualche mese in tanti si rivolgono alle associazioni sindacali. «C'è tantissima confusione dice Kety Cotechini della Cgil perché, con il susseguirsi degli anni, le normative sono cambiate continuamente. La gente sente di tutto e, quando viene qui, sa già quello che vuole sentirsi dire. Così, quando rispondiamo che non c'è niente di certo, ci resta male. Per ora, possiamo dare solo notizie molto vaghe. Controlliamo se hanno i 38 anni di contributi, che sembra essere il requisito principale». La nuova pensione anticipata dovrebbe entrare in vigore dal prossimo anno. Impossibile, però, per adesso sapere quanti fermani potrebbero essere interessati a questa possibilità.
La decurtazione
Tra gli aspetti che più fanno discutere c'è quello della decurtazione: «Se ci dovesse essere una penalizzazione del 20% sul calcolo, molti rinunceranno», spiega Alessandro De Grazia, segretario della Filctem. «Come Cgil continua abbiamo una nostra proposta: 62 anni di età o 41 di contributi e una soglia di pensione minima sotto la quale non si possa scendere, a garanzia dei lavoratori più giovani». Tra gli scopi della nuova legge, che dovrebbe superare la tanto discussa riforma Fornero, c'è la riattivazione del turn over. «Non abbiamo dice De Grazia la certezza che quota 100 comporti automaticamente nuova occupazione. Il rischio è soprattutto per il pubblico impiego, perché, mentre nel privato le assunzioni sono libere, qui ci sono norme stringenti. E, se nel giro di pochi mesi, si cominciano a perdere pezzi di personale in diversi settori, rischiamo il disastro».
Il favore
Aspettando maggiori chiarimenti, il giudizio sulla proposta è però abbastanza positivo: «È ancora tutto da vedere, ma se fosse questa e se non ci fossero penalizzazione, non potremmo dire che non siamo d'accordo. Auspichiamo comunque che le parti sociali vengano coinvolte, com'è sempre accaduto quando c'è stata una riforma delle pensioni. Ci preoccupa non sapere se il Governo cercherà di arrivare a una proposta condivisa. Per un sindacato come il nostro, che rappresenta più di cinque milioni di persone, di cui più della metà pensionati, è un elemento politico non indifferente, nonché un segnale che si darebbe ai corpi intermedi che in questi anni tutti i governi hanno tentato di mettere in un angolo», il commento del sindacalista. A giovare della nuova norma potrebbero essere soprattutto le donne, spesso prive dei sufficienti anni di contributi per andare in pensione normalmente. «C'è stato parecchio interesse già da prima dell'estate fa sapere Gianluca Piergallini della Cisl , cioè da quando si sono diffuse le prime voci e notizie. La gente ci chiede di verificare la posizione contributiva. Di quelli venuti finora ci rientrerebbero il 30-40%».
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