Per ognuno sarà attivato un percorso di reinserimento familiare, sociale o

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Martedì 16 Ottobre 2018, 05:04
Per ognuno sarà attivato un percorso di reinserimento familiare, sociale o lavorativo. Seppur limitata, ogni ospite avrà un minimo di autonomia. Potrà per esempio fare la spesa e cucinare per conto proprio o decidere di mangiare al Ponte. Per restare e utilizzare il servizio del Comune, ciascuno dovrà pagare un piccolo contributo che dipenderà dall'Isee. Trattandosi di una sistemazione provvisoria, dovrà anche mettersi in graduatoria, se già non lo è, per ottenere un alloggio popolare. In caso contrario, perderà il diritto al posto nell'appartamento. Una misura che si va a sommare a quelle già messe in atto dal Comune per contrastare il disagio sociale. A partire dalle case popolari. Centouno quelle assegnate con il bando del 2015, a cui si aggiungono le trentuno messe a disposizione dell'Erap con la nuova graduatoria. E dal reddito di inclusione, con 150 domande accolte e altre in via di elaborazione.
Il futuro
A preoccupare ora è che il reddito di cittadinanza, che dovrebbe vedere la luce il prossimo anno, almeno secondo quanto promesso dal governo, possa finire per destabilizzare un equilibrio abbastanza stabile. «Non si potrà ha detto in conclusione il sindaco Calcinaro andare con l'accetta su un sistema che funziona. Bisognerà innestarlo. Se si ritiene che un reddito di inclusione con una dazione, ma senza nessun feedback dal punto di vista sociale, possa essere lo strumento giusto, io dico di no». E quindi? «Ci dovranno essere delle risorse aggiuntive non solo per la riqualificazione dei centri per l'impiego, ma proprio per il feedback sociale di questi nuclei che oggi hanno il Rei e domani il reddito di cittadinanza, ma che non possono - la chiosa - essere lasciati soli a costruire un ritorno alla normalità».
Francesca Pasquali
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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