La lunga attesa dopo il sisma 200 famiglie ancora sfollate

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Mercoledì 20 Settembre 2017, 05:00
L'EMERGENZA
FERMO Sono circa duecento le famiglie fermane ancora fuori casa a causa del terremoto. Qualcuna è ospite di alberghi o campeggi, la maggior parte circa centocinquanta ha trovato una sistemazione in affitto. Ad oltre un anno dal sisma, i sopralluoghi devono ancora essere ultimati. In città, dei circa millesettecento richiesti, ne mancano poco più di un centinaio. «Si tratta dice il sindaco Paolo Calcinaro soprattutto di chi aveva chiesto il controllo tempo fa e poi, per una ragione o un'altra, non si riesce a rintracciare. Faccio appello ai pochi che mancano ad essere collaborativi. Quella dei ritardi nei sopralluoghi è una delle criticità rilevate già da tempo. In tutte le Marche ne mancano ancora migliaia e ci sono situazioni molto più critiche della nostra. Invito tutti gli interessati a fare presto con le pratiche».
La velocità
Il sindaco rimarca «che le prime che partiranno avranno una velocità diversa rispetto a quelle che saranno presentate più in là, quando ne arriverà un numero molto alto e ci sarà un alto rischio di ingolfamento». Ai ritardi nei sopralluoghi, si aggiunge il problema delle case da ricontrollare. «Sono circa centotrenta i casi in cui, dopo i primi controlli, le squadre Fast hanno chiesto ulteriori verifiche. A farle dovranno essere le squadre Aedes, ma la Regione non le ha ancora mandate. Mentre i restanti sopralluoghi delle Fast sono casi residuali, questi sono abbastanza delicati», spiega il primo cittadino. Situazione del tutto simile per le attività commerciali. A quelle costrette a chiudere o a traslocare subito dopo il terremoto, se ne stanno aggiungendo di nuove man mano che i controlli vanno avanti. «Le criticità le conosciamo bene le parole di Calcinaro e interessano soprattutto piazza Verdi, San Zenone e il centro storico. Qui molti uffici e studi professionali si sono dovuti spostare, andando a incidere anche sulla vita quotidiana della zona. L'immediata messa in sicurezza di Palazzo Bernetti ha evitato alcune chiusure. Una parrucchieria si è spostata, mentre il negozio di oggettistica sotto l'arco di piazza è dovuto andare via perché il proprietario non ha voluto fare alcuni piccoli interventi che avrebbero permesso all'attività di rimanere». Quanto agli edifici pubblici, le situazioni più difficili riguardano la scuola media Betti, San Martino, Palazzo dei Priori e Villa Vitali. Se per la prima, una volta sistemata, bisognerà individuare una nuova destinazione, l'obiettivo per l'auditorium è rimetterlo al più presto a disposizione della città.
I progetti
«È stato messo in sicurezza. Adesso dovremo passare alla progettazione per cercare di restituire a San Martino la sua funzionalità. Tramite un'assicurazione cercheremo di partire con i lavori su alcuni edifici strategici, prima che sia redatto il Piano delle opere pubbliche che comporterebbe tempi troppo dilatati. Stiamo vedendo con gli uffici l'ordine di grandezza di questi interventi, per capire quali possono essere inseriti nell'assicurazione. Sicuramente ci saranno San Martino e Palazzo dei Priori». Per quest'ultimo, la sfida è la riapertura per la prossima estate. «È in procinto di iniziare anticipa Calcinaro un'operazione unica per Fermo: lo spostamento dei libri della Sala del Mappamondo nella vicina Pinacoteca, che intanto è stata recuperata. Così si potrà iniziare a lavorare sulla Sala del Mappamondo e, una volta finita, i libri saranno rimessi al loro posto ed entrambe potranno essere riaperte, visto che comunque hanno un ingresso indipendente. Poi toccherà alla Sala dei Ritratti». Il recupero di Villa Vitali sarà invece inserito nel prossimo Piano delle opere pubbliche.
Francesca Pasquali
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