L'addio fra la sostanziale inerzia degli enti locali e delle istituzioni Inutili gli avvertimenti

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Sabato 23 Settembre 2017, 05:00
IL CASO
FERMO L'ultimo lancio, ma si sapeva che sarebbe finita così. Come era stato preannunciato alcune settimane fa, l'Aviosuperficie di Fermo ha cessato l'attività il 31 agosto scorso. La maledizione che sembra colpire inesorabilmente le infrastrutture del territorio (porto, terza corsia dell'A14 e relative opere compensative) non sembra attenuarsi. L'Aviosuperficie di Fermo, nei suoi 13 anni di funzionamento, ha costituito per l'Italia centrale il punto di riferimento degli sport aeronautici generando ricadute ragguardevoli in termini di presenze turistiche e consentendo l'affinarsi di aggregati di competenze difficilmente riscontrabili altrove. E' stata meta di appassionati italiani e stranieri (ogni anno sull'Aviosuperficie venivano tenuti corsi da scuole di volo olandesi e inglesi), sede di gare e dimostrazioni, oltre che di corsi di perfezionamento di forze speciali italiane ed estere. Tutto finito nella sostanziale inerzia degli enti locali e delle istituzioni, pure avvertite per tempo. Le attivissime scuole di paracadutismo militare e civile si nono trasferite a Loreto e Fano, mentre quelle di pilotaggio aerei sono in corso di trasferimento verso Montegiorgio. La scuola di pilotaggio elicotteri invece è in corso di trasferimento in Sicilia.
Accordo saltato
La cessazione dell'attività, pure in presenza di progetti di sviluppo e allungamento della pista per consentire l'operatività di piccoli aerei da trasporto, è conseguenza del mancato accordo tra la società proprietaria del terreno e il gestore, circa le condizioni economiche del contratto di affitto delle superfici, recentemente scaduto. Le opportunità perse con la cessazione dell'infrastruttura sono ragguardevoli poiché la pista costituiva il punto di arrivo e partenza per traffici civili, ed era in corso di perfezionamento la localizzazione di una base operativa dell'elicottero del 118 Regionale, che avrebbe potuto operare sulla pista anche in notturna. In poche parole, senza alcun costo per gli enti pubblici, sull'Aviosuperficie si erano localizzate ed erano in espansione una serie di attività e servizi la cui riproduzione avrebbe un costo ingente. Ma si sa, difficilmente si riesce a valutare correttamente l'importanza di ciò di cui si dispone gratuitamente e, nel sostanziale disinteresse di tutti coloro che, pure, avrebbero dovuto interessarsi, si è lasciata morire un'infrastruttura di prim'ordine.
Chiaro che perdere un tale patrimonio di possibilità e conoscenze è per il territorio, una perdita secca e irragionevole, trovandosi tra l'altro nella necessità di dover intervenire, per lo meno per la localizzazione della base del 118 e protezione civile, con cospicui investimenti pubblici per reperire un altro sito adatto allo scopo. Da qui la necessità, ma anche la speranza, di un accordo rapido tra proprietà del terreno e Aeroclub Aquila del Fermano per risolvere questa incresciosa problematica che rischia di far sloggiare dal territorio una struttura importante.
Punto di riferimento
L'Aviosuperficie di Fermo ha una pista in erba da 550 metri, un hangar e un club-house e da quasi 14 anni costituisce un punto di riferimento per tutti gli appassionati di sport aeronautici del Centro e Sud Italia. Vale la pena ricordare che a San Marco alle Paludi sono localizzate una scuola di paracadutismo civile, una scuola di paracadutismo militare sulla quale opera, tra l'altro, l'Ampdi di Ancona, una scuola di pilotaggio per ultraleggeri basici e avanzati e una scuola Ppl di pilotaggio elicotteri, oltre alle attività di parapendio a motore e aereomodellismo.