Gentiloni, tour in centro e all'Iti «Impegno per la ricostruzione»

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Domenica 18 Febbraio 2018, 05:04
LA VISITA
FERMO Palazzo dei Priori, Iti, Miti: il tour fermano di Paolo Gentiloni è partito da piazza del Popolo e si è concluso al museo Montani, con un incontro organizzato dal Pd. Il presidente del Consiglio è arrivato in un centro blindato verso le 15,30. Ad accoglierlo il sindaco Paolo Calcinaro, la presidente della Provincia Moira Canigola, il presidente della Regione Luca Ceriscioli, il prefetto Maria Luisa D'Alessandro, l'arcivescovo Rocco Pennacchio, i parlamentari dem Paolo Petrini e Francesco Verducci e le autorità militari.
Le transenne
Tenuti a distanza i giornalisti, relegati dietro le transenne. Notevole il dispiegamento di forze dell'ordine. Prima tappa Palazzo dei Priori. Entrando dalla biblioteca, Gentiloni ha controllato lo stato dei lavori all'edificio danneggiato dal terremoto. «Un passaggio importante per la città. Si tratta del riconoscimento della centralità di Palazzo dei Priori per il territorio e in ottica nazionale», il commento di Calcinaro. Qualche passo per la piazza, un breve giro tra gli stand della festa del cioccolato e la delegazione si è spostata all'Iti. A ricevere il presidente la preside Margherita Bonanni. Anche qui visita off limits per la stampa. Terza step i laboratori di chimica, dove Gentiloni ha inaugurato il nuovo spettrometro di massa. «Questa inaugurazione ha detto il premier conferma ed esalta l'eccellenza di questo istituto ed è una nuova opportunità anche per il territorio».
Le parole
Terminata la parte istituzionale, al Miti spazio a quella politica. Atmosfera da campagna elettorale al museo del Montani, pieno di politici e simpatizzanti. A fare gli onori di casa Verducci che ha sottolineato come la candidatura di Gentiloni nel collegio elettorale del sud della regione «significa avere i riflettori accesi sulle nostre emergenze e vertenze». «Coesione e solidarietà ha aggiunto sono i valori che vogliamo rappresentare». Da parte sua, Ceriscioli ha ricordato come «in questi anni alla guida della Regione ho sempre trovato conforto nei governi che si sono succeduti, per concretezza e impegno». Sono poi iniziati gli interventi di alcuni rappresentanti della società civile. Da Oberdan Casanelli che ha chiesto di aumentare l'attenzione sulla cultura, soprattutto per i giovani, e diminuire i contributi per i grandi eventi, aumentando quelli per i più piccoli, a Vincenzo Castelli dell'associazione On the road. «Vorremmo essere più presenti e ascoltati nei luoghi dove si fa politica», ha detto per poi plaudire al sistema di accoglienza da integrare con un «plurifondo inclusivo». «Ci sono anche pratiche discutibili. L'accoglienza straordinaria gestita dalla Prefetture è stato un boomerang. Servono servizi sociali di nuova generazione per tutti, italiani e non», ha aggiunto chiedendo infine di valorizzare il «social made in Italy».
L'economia
Per l'economia, sono intervenuti il presidente della Cna Paolo Silenzi ed Enrico Paniccià. Il primo ha evidenziato il bisogno di abbassare la pressione fiscale e snellire la burocrazia. «Questa fase di profondo cambiamento le sue parole deve essere governata da una politica a misura delle micro e piccole imprese e con interventi che abbiano effetti nel medio termine». Il secondo ha puntato l'attenzione sul bisogno di ridurre il cuneo fiscale e di sostenere le imprese nella trasformazione dei contratti a tempo determinato. «Essere imprenditore e guardare a sinistra è una grande sfida, ma anche un onore», ha aggiunto. Si è parlato anche di terremoto. Con gli interventi del sindaco di Arquata del Tronto e del vicesindaco di Amandola. Michele Franchi ha raccontato di un paese di 1.200 abitanti ora dimezzato. «Siamo convinti che pian piano possiamo far cambiare idea a chi se n'è andato e farli tornare», ha detto. Sulla gestione dell'emergenza ha aggiunto: «È vero che qualcosa si poteva fare meglio, ma anche che tanto è stato fatto».
I risultati
Decreti che «hanno colto nel segno» e case di cui ora nessuno si lamenta più «ma di cui anzi ringraziano», per Giuseppe Pochini i risultati raggiunti dal Governo. «Avremmo voluto più velocità, soprattutto negli interventi primari, e va rivisto l'assetto di dirigenti e funzionari», gli aspetti da migliorare. È stato poi il turno dei politici. Prima a prendere la parola Canigola, nel doppio ruolo di sindaco e presidente della Provincia. «I sindaci sono in prima linea e devono rispondere a problemi che vanno dai più semplici ai più complessi». Quanto alla Provincia, «così indebolita di strumenti e risorse, come può svolgere il suo ruolo?», l'amara domanda.
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