Camera unica, seduta deserta Il ricorso annega tra i veleni

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Giovedì 24 Maggio 2018, 05:04
IL CASO
FERMO Niente numero legale, niente consiglio, niente ricorso. È sfumata ieri mattina, per la Camera di Commercio di Fermo, l'opportunità di opporsi alla riforma di accorpamento. La defezione dei rappresentanti delle associazioni di categoria ha fatto mancare il numero legale al Consiglio che all'ordine del giorno aveva il ricorso contro il decreto Calenda. Chi c'era ha comunque voluto dire la sua e, in una discussione definita «informale», è volato più di qualche straccio.
Le presenze
«Di quelli che stanno facendo la nuova Camera, qui siamo in pochi», ha detto il presidente Graziano Di Battista. «Abbiamo ottenuto la non belligeranza delle associazioni di categoria, ma non che siano qui a votare qualcosa che mette in discussione la loro dignità». «Io ha continuato non ho mollato di un millimetro. Non mi sono fatto impressionare né a livello nazionale né regionale. Ritengo che ci debba essere rispetto per tutti e apprezzamento per il ruolo di tutti e ritengo rispettabile sia la posizione di chi è qui sia quella di chi non c'è». La riproposizione del decreto Calenda, stoppato in un primo momento dalla Corte costituzionale, ha riportato l'argomento in cima all'agenda. Di Battista ha informato i consiglieri sui ricorsi intentanti dalla Provincia di Pordenone e dalla Regione Lombardia e su un'interrogazione presentata dalla Lega per chiedere di soprassedere sul decreto di riforma.
Il supporto
«Ho ricontattato Patassini (Tullio, parlamentare in forza alla Lega, ndr) ha continuato il presidente della Camera di commercio e ho chiesto se un eventuale ricorso può essere di supporto. Mi ha detto che servono argomentazioni politiche che giustifichino questa presa di posizione e che entro questa settimana dovrebbe essere nominato il ministro dello Sviluppo economico, per cui dopo potrà parlare con maggiore cognizione di causa». Perché la questione, ora, è soprattutto questa: il nuovo Governo che, già dalle prime mosse, sembrerebbe intenzionato a rimettere in discussione la soppressione delle Camere provinciali. «Il problema ha spiegato il presidente della Fondazione Carifermo, Alberto Palma non è salvare la Camera di Commercio di Fermo, ma riproporre una soluzione logica e unanimemente richiesta dalle Camere prima dell'interferenza della Giunta regionale, che ha portato qualche giunta provinciale a cambiare idea.
«Su queste interferenze non si può sorvolare. Il ricorso serve a dimostrare che c'è qualcuno nelle Marche che non condivide questa prevaricazione e sarebbe fatto nella tutela degli interessi di un territorio che sta per essere oscurato definitivamente e che è quello che nella regione presenta oggi più criticità. Appiattirsi su un colpo di coda del ministro Calenda e della Giunta regionale per qualche posticino mi sembra un errore».
La titolarità
«Credo ha aggiunto dal canto suo il presidente dell'Azienda speciale Fermo promuove, Nazzareno Di Chiara che questo consesso abbia titolarità e veste per esprimere un parere che ha una valenza politica, a fronte di un parere unitario espresso da chi ha preso una decisione stravolta per cambiamenti politici e di opinioni. Se deve esprimere una contrarietà, il Consiglio lo deve fare finché esiste. Oggi manca un consigliere per il numero legale. Mi auguro che l'assenza non sia strategica».
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