Bus strapieni e sicurezza, la protesta degli studenti

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Sabato 18 Novembre 2017, 05:00
LA MOBILITAZIONE
FERMO Scuole più sicure, trasporti più efficienti, esperienze extrascolastiche più formative. Come nel resto d'Italia, ieri mattina anche a Fermo i ragazzi delle scuole superiori sono scesi in piazza in occasione della giornata internazionale dello studente. Partito da Ragioneria, tra canti e slogan il corteo è arrivato in piazza del Popolo intorno alle 10. Itet, Artistico, Classico, Scientifico e Iti le scuole che hanno aderito alla protesta. Bassa la partecipazione, con un centinaio di studenti armati di cartelli e striscioni.
Le barriere
«Le nostre scuole sono piene di barriere architettoniche e ognuna ha qualcosa che non è norma: dalla finestra che gocciola, al gradino rotto, all'uscita di sicurezza spostata di qualche metro rispetto a quanto previsto dalla legge», dice Alice Barbato del comitato Noisette che, insieme alla Rete degli studenti Medi delle Marche, ha promosso la manifestazione. Altra spina nel fianco sono i trasporti. «Il collegamento Fermo-Porto San Giorgio funziona, anche se all'uscita da scuola gli autobus non bastano mai e si sta sempre tutti ammucchiati. Il vero problema è per gli studenti dell'entroterra che hanno due soli autobus e sempre strapieni. Per non parlare dei costi degli abbonamenti, che vanno assolutamente rivisti», spiega Alice.
Gli edifici
A preoccupare anche la sicurezza degli edifici. Con il Liceo classico, in pieno centro a Fermo, sorvegliato speciale dopo il terremoto. «Ho fatto una richiesta scritta per avere i risultati delle perizie eseguite sulla scuola, perché a noi studenti non sono stati comunicati. Sappiamo che entro tre anni dovrà essere costruito il nuovo plesso. Ci hanno assicurato che sarà così. Speriamo non siano solo parole», dice Jamil El Sadi che studia al Liceo economico sociale ed è rappresentante degli studenti dell'Annibal Caro. Altro tema caldo quello dell'alternanza scuola-lavoro che ogni scuola organizza per conto proprio. Dai ragazzi arriva a gran voce la richiesta di quella Carta dei diritti e dei doveri dello studente in alternanza, promessa dal Ministero ormai due anni fa, ma rimasta per ora lettera morta. Il più dello volte, infatti, quello che dovrebbe essere un momento formativo, per i giovani si risolve in uno spreco di tempo.
Il racconto
In diversi hanno raccontato la loro esperienza. Dallo studente del Pedagocico spedito in palestra «a fare niente», a quello di Ragioneria che nello studio di un commercialista ha preparato caffè e fatto fotocopie, fino alla ragazza del Linguistico che ha tradotto in poche ore un sito internet per poi restarsene con le mani in mano.
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