Anziana legata e uccisa gli arresti salgono a tre

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Sabato 19 Gennaio 2019, 05:04
LA SVOLTA
MONTEGIORGIO Sono saliti a tre gli arresto per l'omicidio di Maria Biancucci, l'anziana di 79 anni legata e imbavagliata sul letto di casa dove è stata trovata priva di vita da uno dei due figli la sera dell'11 marzo scorso nell'abitazione in contrada Crocefisso di Alteta, una frazione di Montegiorgio. Due giorni fa, i carabinieri del comando provinciale di Ascoli, in collaborazione con il comando provinciale di Fermo, hanno fermato Zlatina Stoyanova, una 45enne bulgara che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbe fatto da palo agli altri due malviventi già finiti anch'essi dietro le sbarre. La donna era da tempo residente nel Fermano, dove lavorava saltuariamente come badante. Dopo l'arresto, è stata trasferita nel carcere femminile di Castrogno, a Teramo, dove stamattina sarà sottoposta all'interrogatorio di garanzia. A dicembre, invece a finire in manette era stato Sebastiano Piras, 35 anni, romano di nascita ma residente nell'Ascolano, del cui arresto però si è venuti a conoscenza solo adesso. Gli inquirenti hanno mantenuto uno stretto riserbo per arrivare alla donna. Il primo durissimo colpo alla banda dei presunti assassini di Maria Biancucci i carabinieri lo avevano assestato lo scorso settembre quando arrestarono l'elpidiense Dante Longo. Dalle poche indiscrezioni che sono trapelate sembra che la badante bulgara fosse la compagna di Longo. Per tutti e tre l'accusa è di concorso in omicidio volontario e rapina aggravata.
Il sopralluogo
Come si ricorderà il figlio di Maria Biancucci, Marcello Balestrini, aveva avuto modo di conoscere Longo che, pochi giorni prima della rapina finita in tragedia, con una scusa, era andato a casa della vittima probabilmente per fare un sopralluogo. Secondo una possibile ricostruzione Longo e Piras la sera del delitto sono entrati in casa mentre la donna guidava l'auto, la Y10 di Longo. I due sono entrati forzando una finestra sul retro della villetta ma una volta all'interno si sono trovati davanti l'anziana. Forse pensavano che non ci fosse nessuno e la presenza della donna ha stravolto i loro piani. Così l'hanno legata mani e piedi e imbavagliata sul letto di casa. A trovare senza vita il corpo di Maria Biancucci era stato il figlio Marcello Balestrini.
La scoperta
Era la sera dello scorso 11 marzo quando l'uomo, rincasato verso le 22,40 dopo una serata in pizzeria con un amico, aveva fatto la triste scoperta. Tornato a casa, Balestrini era entrato prima nella sua camera da letto, dove si era accorto che alcuni oggetti erano stati spostati, poi in quella della donna. Tragico lo scenario che si era trovato di fronte, con la madre distesa sul letto a pancia in sotto, le mani e i piedi legati, ormai morta. L'uomo ha chiamato il 112 e il 118, ma purtroppo per Maria Biancucci non c'era più niente da fare e i medici, arrivati in pochi minuti, avevano solo potuto constatarne il decesso. Secondo la ricostruzione i malviventi erano entrati da una finestra sul retro della casa, tagliando il vetro probabilmente con un oggetto appuntito. Avevano così avuto accesso allo sgabuzzino del piano terra, che avevano messo a soqquadro prima di introdursi nelle camere da letto. Magro il bottino circa trecento euro prelevate dalla stanza di Balestrini lasciando al loro posto i pochi gioielli della donna e la pensione riposta in un'altra stanza della casa. I ladri-assassini, forse allarmati dalla piega presa dalla situazione, non erano infatti saliti al primo piano e sembra che non ci fossero tracce della loro presenza neppure nelle altre stanze del piano terra. La villetta non aveva un sistema di allarme. La rapina di Alteta aveva gettato nello sgomento la frazione e tutto il comprensorio, soprattutto per l'efferatezza e il tragico epilogo. L'anziana infatti si muoveva a fatica, camminava appoggiandosi a due bastoni e, da sola, non sarebbe mai riuscita a reagire e a fermare i suoi carnefici. Le indagini dei carabinieri sono state minuziose e si sono avvalse dei più sofisticati sistemi di intelligence: indagini di natura scientifica che hanno impegnato il Ris dei carabinieri per mesi, il dna, controlli dei tabulati telefonici. Il grave fatto di cronaca aveva sconvolto il paese della media Valtenna e l'intera provincia.
Luciano Sgambetterra
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