«Vogliamo 900mila euro»

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Martedì 23 Maggio 2017, 05:00
SANITÀ
ASCOLI Primo caso di applicazione ad Ascoli della legge Galli che prevede l'obbligo della copertura assicurativa e delle informazioni agli operatori sanitari sottoposti ad indagine della magistratura. La richiesta di risarcimento dei danni nei confronti dell'Asur e degli operatori sanitari ascolani, riguarda un episodio avvenuto nel 2011. Il ricorso ed è stato promosso dai familiari di una vittima, deceduta secondo quanto da loro esposto, per gravi ritardi dei soccorsi. Nella sostanza il marito della vittima e i due figli chiedono per il presunto danno subito, un risarcimento danni complessivo di 900mila euro!
La citazione
Intanto i professionisti, alcuni dei quali iscritti al sindacato NurSind, hanno espresso in via informale sui fatti contestati la loro piena adesione alle procedure e linee guida scientifiche nella gestione del caso, che saranno comunque oggettivamente esaminati dal giudice. Nell'atto di citazione depositato presso il tribunale di Ascoli Piceno, agli operatori sanitari coinvolti viene contestata una responsabilità in «comportamenti commissivi ed omissivi, per qualsiasi elemento soggettivo, sia esso dolo o colpa, e come tale per imprudenza, negligenza o imperizia, comunque tale da condurre all'evento morte». La responsabilità infermieristica non è limitata al mero garantire la corretta applicazione delle procedure diagnostico-terapeutiche, bensì trova il suo significato più ampio dall'essere un professionista in qualunque ambito e contesto di esercizio. La responsabilità infermieristica è dunque una conseguenza della specificità della professione, cioè dell'assistenza intesa come capacità dell'infermiere di assicurare e garantire ad ogni utente il miglior livello di assistenza possibile in relazione ai suoi bisogni.
Le linee
Gli operatori sanitari iscritti Nursind sono già tutelati e assicurati secondo la previsione della legge Galli e nel caso sia dimostrata una loro responsabilità professionale, l'assicurazione obbligatoria attivata, provvederà ai dovuti eventuali risarcimenti secondo quanto stipulato dalla normativa. La legge infatti stabilisce precise temporalità da rispettare: entro 10 giorni, le strutture sanitarie devono comunicare immediatamente l'avvio di una controversia ai professionisti sanitari implicati, pena la perdita del diritto di agire in rivalsa, laddove dovessero emergere profili di coinvolgimento del sanitario non avvisato tempestivamente. L'eventuale azione di rivalsa sul risarcimento realizzato dall'azienda, contro il sanitario responsabile per dolo o colpa grave del danno, è possibile solo entro un anno dal risarcimento e per un massimo di tre annualità retributive lorde. Le aziende sanitarie devono fornire entro sette giorni dalla richiesta degli interessati (i ricorrrenti), la documentazione sanitaria disponibile e le informazioni sulla vicenda clinica del richiedente. Infine il sollecito di eventuali integrazioni va fatto entro 30 giorni.
L'altra grana
Ma per l'ufficio legale dell'Area vasta 5 non è l'unico caso da affrontare. Nei giorni scorsi, infatti, è stato notificato un altro risarcimento danni per il presunto danno che sarebbe derivato dal decesso del signor D.A.S. avvenuto secondo la tesi dei familiari a seguito di un'erronea somministrazione di farmaci praticata dopo un intervento di ortopedia chirurgica eseguito all'ospedale Mazzoni il 16 maggio del 2014. Il direttore dell'ufficio legale ha chiesto di conoscere le risultanze del percorso sinistri e della relativa valutazione medico legale. Purtroppo negli ultimi anni le richieste di risarcimento danni nei confronti dell'azienda sanitaria sono lievitate a dismisura anche in virtù dei tagli imposti al personale che impongono agli operatori turni pesanti. Purtroppo, in alcuni sporadici casi, vengono quindi commessi errori con gravi ripercussioni per gli utenti. La prima udienza del processo per l'erronea somministrazione di farmaci si terrà al palazzo di giustizia il 26 giugno.
Mario Paci
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