«Ospedale unico piceno Si sta perdendo tempo»

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Domenica 22 Aprile 2018, 05:04
LA SANITÀ
ASCOLI Nei giorni scorsi in Regione è stato depositato il project financing per il nuovo ospedale di Pesaro. Nel pool di imprese proponenti la parte del leone è appannaggio di aziende della Confindustria di Pesaro. Ciò significa che, qualunque cosa dovesse accadere dopo il bando di gara, i pesaresi hanno comunque compreso l'importanza della realizzazione di questa grande opera. L'hanno compresa in primis gli imprenditori che hanno presentato a Palazzo Raffaello la proposta di project financing, la Regione stessa la quale parrebbe avere accolto di buon grado la disponibilità manifestata da imprenditori locali, ma soprattutto il territorio e i relativi organi istituzionali.
La coesione
Non è un caso che a distanza di appena un mese dalle elezioni politiche, Pesaro e Fano, storiche roccaforti rosse travolte dall'onda grillina, seconda e terza città per numero di abitanti nelle Marche, hanno trovato l'accordo sulla questione sanitaria, che potrebbe essere il preludio ad ulteriori progetti di sviluppo sinergici comuni. Insomma hanno per la prima volta ragionato in termini di area metropolitana. Il Comune di Fano ha approvato una proposta denominata Protocollo Sanità con la quale, in ragione della realizzazione di una struttura sanitaria pubblica provinciale di secondo livello per servizi sanitari di eccellenza, ovvero il nuovo ospedale di Pesaro, ha ottenuto: il mantenimento dell'ospedale cittadino al fine di tutelare i servizi essenziali di assistenza; la realizzazione ex novo di una casa di cura convenzionata con il servizio sanitario nazionale che sorgerà in un terreno già individuato a Fano di proprietà comunale; l'assegnazione al territorio del comune di posti letto di Rsa e Rpd; finanziamenti per infrastrutture inerenti la viabilità Fano-Pesaro per 20 milioni di euro a carico della Regione Marche. Di contro, quello che sta accadendo nel Piceno induce ad una forte preoccupazione e si rischia di rimanere con un pugno di mosche in mano.
I proclami
«La cosa più curiosa di questa crociata tutta picena contro imprese ed imprenditori che in realtà sono gestori di strutture convenzionate con il servizio sanitario nazionale ed in quanto tali perfettamente equiparabili all'ospedale pubblico, è che sulle stesse incomprensibili posizioni si sono trovati schierati a braccetto organizzazioni sindacali, quali su tutte la Cgil ed esponenti politici del centrodestra» afferma amareggiato, Simone Ferraioli, presidente di Confindustria, sezione sanità. «Lo slogan più frequente è: giù le mani dalla sanità pubblica. Qualcuno cerca di far passare messaggi distorti alla popolazione, in questo territorio ospedali pubblici e privati offrono al cittadino le cure a carico del servizio sanitario nazionale, temo che questo giù le mani da non si sa bene cosa, possa arrecare l'ennesimo incommensurabile danno al territorio che già registra il peggior tasso di disoccupazione di tutta la regione nella città di Ascoli Piceno ed il terzo in quella di San Benedetto del Tronto». «Giù le mani da due strutture ospedaliere oramai obsolete che ogni anno che passa perdono professionisti e competitività? Giù le mani da quale particolare eccellenza ospedaliera regionale o nazionale?» tuona Ferraioli. «Temo che alla mobilità extra regionale cui devono oggi ricorrere i cittadini del Piceno per certe patologie, se ne aggiungerà presto una regionale se le altre province potranno dotarsi di strutture ospedaliere pubbliche all'avanguardia che vedranno la luce dopo il 2020, mentre noi avremo difeso i nostri possenti ospedali del dopoguerra!».
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