Commercio a luci spente Affossati da ritardi e crisi

2 Minuti di Lettura
Martedì 23 Gennaio 2018, 05:04
IL POST SISMA
ASCOLI I più pessimisti potrebbero rispolverare il titolo del famoso film Non ci resta che piangere. Ma, adesso, anche chi ha sempre cercato di vedere comunque il bicchiere mezzo pieno comincia a cedere il passo di fronte alle evidenti difficoltà e criticità che attanagliano il commercio ascolano in questo lungo e buio post terremoto. Sempre più difficile andare avanti, per molti negozi e pubblici esercizi, specie in centro, in uno scenario di incertezza tra l'allungarsi dell'elenco di locali inagibili e l'estrema lentezza per quel che riguarda la fase delle messe in sicurezza. Aggiungendo a tutto ciò anche la difficoltà di trovare altre soluzioni in alternativa ai locali danneggiati dal sisma e anche all'addio forzato al centro storico da parte di diverse famiglie costrette a lasciare la casa inagibile. Uno scenario che, proprio per la criticità dell'attuale situazione, sarà quanto prima sotto la lente d'ingrandimento della Consulta per commercio e turismo, come concordato tra l'assessore comunale al commercio, Alessandro Filiaggi, e lo stesso presidente dell'organismo, Andrea Negroni.
Le inagibilità
Sono cresciute e continuano a crescere, man mano che si procede con i sopralluoghi, le dichiarazioni di inagibilità di edifici in città. Edifici che in diversi casi vanno ad interessare anche attività commerciali che si vedono costrette, da un giorno all'altro a chiudere i battenti. Solo ora, di fatto, ci si sta rendendo conto realmente dei problemi che tantissimi locali hanno avuto a causa del terremoto, proprio per i tempi lunghi che portano ad evacuazioni anche adesso, ad un anno e mezzo dalle prime scosse. Ma le inagibilità delle sedi di attività pesano ancor di più sui commercianti principalmente per due motivi: la grande difficoltà di trovare, in particolare in centro, soluzioni alternative e la grande lentezza della macchina delle messa in sicurezza di quelle attività che devono essere sistemate per poter essere riutilizzate. Del resto, basta pensare che le pratiche istruite allo scorso 19 gennaio, per quel che riguarda gli immobili inagibili ad Ascoli risultavano in tutto 37 e solo 4 sono arrivare allo sblocco dei contributi. Di queste 4, tra l'altro, nessuna pratica riguarda attività commerciali. Si può facilmente intuire, quindi, quanto sia ancora lungo il percorso per arrivare a risanare tutti gli edifici danneggiati. Una situazione, dunque, difficile da gestire per chi deve cercare di mandare avanti l'attività senza avere possibili soluzioni in vista. Ed in tal senso, anche la recente ordinanza relativa alla possibilità di aprire negozi temporanei in strutture mobili non può essere presa in considerazione per il centro storico, essendoci di mezzo un parere della Soprintendenza.
Le difficoltà
Problema nel problema, per il commercio ascolano, è anche rappresentato dal fatto che numerose attività sono rimaste escluse dalla zona franca urbana per il sisma e, quindi, dai relativi benefici fiscali e contributivi. Questo perché tutti coloro che avevano già avviato l'attività prima dell'agosto 2015 non potevano beneficiare delle agevolazioni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA