Marijuana light o vera droga? La Procura apre un'inchiesta

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Venerdì 22 Giugno 2018, 05:04
IL CASO
ANCONA E' davvero marijuana light? Sicuri che non provochi danni alla salute? Non è solo uno scrupolo etico. Lo stesso Consiglio Superiore della Sanità ha espresso un secco no alla vendita della cannabis light, sottolineando che «non può essere esclusa la pericolosità di prodotti contenenti o costituiti da infiorescenze di canapa» e caldeggiando «l'adozione di misure atte a non consentirne la libera vendita». A prescindere dalle raccomandazioni ministeriali rese note proprio ieri, la procura di Ancona aveva aperto un fascicolo. L'ipotesi di reato, formulata dal procuratore reggente Irene Bilotta, è detenzione e spaccio di stupefacenti da parte di negozi autorizzati alla commercializzazione di prodotti derivati dalla lavorazione della Cannabis Sativa di tipo L.
Sequestrate 807 confezioni
L'indagine è in corso, ma intanto un filone parallelo ha già dato i primi risultati: a Macerata, gli investigatori della Squadra Mobile del nuovo capo Maria Raffaella Abbate hanno sequestrato 807 confezioni a base di marijuana light in due negozi IndoorNova Grow Shop, in via Lauri e a Piediripa, per i quali il questore Antonio Pignataro ha disposto la chiusura. Perquisizioni e sequestri di un discreto quantitativo di merce sono stati eseguiti in contemporanea, ieri mattina, ad Ancona, nel negozio IndoorNova di via XXIX Settembre che appartiene alla stessa catena. Il titolare (L.C.), civitanovese, è stato denunciato per detenzione e spaccio di stupefacenti.
L'esercizio resta aperto
L'esercizio commerciale anconetano per ora resta aperto, in attesa di eventuali provvedimenti amministrativi da parte del questore Oreste Capocasa che attende gli atti d'indagine: si aspettano i risultati del narcotest in corso sui prodotti prelevati, tra cui infiorescenze, resine e olii a base di cannabis, commercializzati come sostanze lecite e in certi casi perfino salutari. Il punto è che non sarebbe così light la marijuana sequestrata, almeno nei due negozi maceratesi (perquisizioni sono avvenute anche a casa del titolare e dei suoi dipendenti): oltretutto la procura di Ancona sospetta che il fenomeno sia più ampio e non ristretto al solo franchising in questione, per questo sono in corso accertamenti. Tutto è partito da un controllo su giovanissimi che avevano appena acquistato dei prodotti nei grow shop maceratesi a cui ieri sono stati messi i sigilli: erano in lista d'attesa per comprare anche piantine di marijuana da coltivare a casa. Il problema è che l'analisi di quelle sostanze, svolte prima dalla Scientifica e poi dall'istituto di Medicina legale dell'Università di Macerata, ha portato alla luce la realtà: il principio attivo di Thc raggiungeva lo 0,60%, proprio il valore limite individuato dalla legge 242 del 2016 sulla promozione della coltivazione e della filiera della canapa, che tollera un'oscillazione tra lo 0,2 e lo 0,6%.
Tra i clienti anche ragazzini
Insomma, per gli investigatori quella non era marijuana light, ma vera droga, in grado di creare dipendenza e procurare danni alla salute fisica e psichica dei clienti, tra cui anche ragazzini. Di qui il maxi sequestro di centinaia di confezioni di tre tipi di prodotto a base di marijuana e di altra merce che dovrà essere sottoposta a ulteriori analisi, inclusa quella prelevata dal punto vendita di Ancona, al fine di stabilirne l'esatta natura. Anche la procura dorica ora vuole vederci chiaro. Il sospetto è che dietro parte di questi negozi che attirano migliaia di acquirenti di tutte le età e che si moltiplicano a vista d'occhio (650 in Italia, nel capoluogo ce ne sono tre, due dei quali inaugurati negli ultimi mesi) possa celarsi un vero smercio di stupefacenti, edulcorato dall'etichetta marijuana light: una versione falsata della realtà, ha spiegato il capo della Mobile di Macerata, che induce in modo maldestro e ingannevole a consumare droga presentata come sostanza non dannosa, se non lecita. Per gli inquirenti, dietro le etichette con scritto terriccio o prodotto tecnico per ricerca e collezionismo in realtà si nasconde un'attività di spaccio di cui i clienti sono del tutto ignari.
Gli attestati di qualità
Il titolare della catena IndoorNova Grow Shop e i suoi collaboratori, fa sapere l'avvocato Renato Codiglia, «si sono molto meravigliati del sequestro e delle perquisizioni. Ritengono che le sostanze sequestrate siano tutte nei limiti di legge e con le relative certificazioni. Attendo che mi siano trasmessi il decreto di perquisizione e quello del sequestro, che immagino sia un sequestro preventivo. Poi valuteremo il da farsi. Il materiale sequestrato è di una società che si occupa della distribuzione e ha tutte le attestazioni di qualità circa la legalità del prodotto in commercio»
Stefano Rispoli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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