L'INCHIESTA
ANCONA Se davvero è stato lui, come ipotizza la procura nel

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Martedì 23 Maggio 2017, 05:00
L'INCHIESTA
ANCONA Se davvero è stato lui, come ipotizza la procura nel provvedimento di fermo, dev'essergli saltato in testa qualcosa di brutto all'improvviso. Perché appena ha visto quella piazzola, ha sterzato a destra e fermato il muso del furgone addosso a un canneto. C'era un conto da regolare, evidentemente, tra Valerio Andreucci e il veterinario Olindo Pinciaroli, con cui l'aspirante cavaliere della Quintana girava tra maneggi e centri ippici tra le province di Ancona e Macerata. Per capire il movente del delitto i carabinieri cercano di ricostruire, sentendo altri testimoni, i rapporti tra il datore di lavoro e il giovane collaboratore ascolano. Per Andreucci l'equitazione era una ragione di vita e riscatto sociale, tanto che dopo essere entrato giovanissimo in un centro ippico ad Ascoli ne aveva aperto uno in proprio, ma il suo entusiasmo non era stato ripagato dai risultati. Così Andreucci s'era trasferito in provincia di Ancona cercando altre opportunità di lavoro. Con Olindo, di cui era collaboratore occasionale in diverse scuderie, domenica mattina avevano appena visitato un maneggio che il veterinario maceratese avrebbe dovuto inaugurare con un socio il primo giugno all'ex Agrifan di via Striscioni, uno storico circolo ippico di Osimo chiuso da tempo.
Il testimone scomodo
Possono aver litigato per divergenze sul ruolo del giovane cavallerizzo? Ieri a palazzo di giustizia il procuratore capo Elisabetta Melotti e il sostituto Marco Pucilli si limitavano a dire che nelle prime 24 ore di indagini non sarebbero emersi elementi di forte contrasto fra il medico e il suo collaboratore. Ma siamo appena all'inizio e sembra che Valerio avesse avuto in realtà qualche motivo di astio nei confronti di Olindo. Per gli investigatori c'è tutto un mondo di relazioni e interessi ancora da scoprire, tastando anche la consistenza di chi, nell'ambiente degli allevatori di cavalli, già domenica sottolineava che Pinciaroli «era uno che se vedeva qualcosa di anomalo non faceva sconti a nessuno», ventilando la possibilità che il veterinario assassinato si fosse accorto di qualcosa di losco nel mondo delle corse dei cavalli.
E c'è pure chi fa notare che sostanze come la ketamina, farmaco venduto in ambito veterinario come anestetico per cavalli, è tra gli ultimi ritrovati per sballare durante feste e rave party. Forse Olindo s'era accorto di ammanchi e stava per denunciare qualcosa?
Gli occhi spiritati
Inutile chiederne conto per ora al suo ex collaboratore, in cella a Montacuto dall'alba di ieri. Angelucci ieri a mezzogiorno ha ricevuto la visita dell'avvocato ascolano Alessandro Angelocci, che ha avuto dalla madre del ragazzo l'incarico della difesa. «L'ho trovato del tutto frastornato - riferisce il penalista ascolano - non è in grado di formulare un discorso lineare e logico, è molto sofferente e neanche si rende conto di cosa abbia dichiarato. Quando gli accennato alle ricostruzioni lette su giornali, mi ha detto Chi, io? guardandomi con gli occhi spiritati. È in uno stato confusionale, a mio avviso in continuità con le sue condizioni psicologiche di domenica mattina». Parole che sembrano accennare alla possibilità che il ragazzo non fosse in sé al momento del delitto, forse per l'assunzione di qualche sostanza. Il pubblico ministero Marco Pucilli ha chiesto la convalida del fermo e già oggi il gip potrebbe fissare l'udienza. L'accusa per ora è quella di omicidio volontario, ma senza aggravanti, che potrebbero essere contestate quando sarà più chiaro il possibile movente. E se dovesse emergere che c'era un piano, sarebbe aggiunta l'ipotesi della premeditazione.
l. s.
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