L'avvocato Nucera: «Tanto tifo sembra di tornare a trent'anni fa» Il bancario Baiocchi: «L'esordio sugli spalti? Contro il Rende nel 1982»

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Domenica 24 Settembre 2017, 05:00
IL FENOMENO
ANCONA Al cuore non si comanda. Non cercate un perché nè ragionateci troppo. È fede. È passione. Chiamatela come volete. Fatto sta che ieri 1.300 tifosi, di ogni età e tante famiglie, hanno gremito la tribuna del Roccheggiani per tifare Anconitana. Bandiere, tamburi, fumogeni. E cori. Incessanti. Divenuti un boato quando Colombaretti alle 16.52 firma la prima rete biancorossa. Qualcuno si asciuga anche una lacrima al triplice fischio. Impossibile restare indifferenti quando capitan Mastronunzio&co. salutano ed esultano con i tifosi al grido di chi non salta un ascolano è.... Tutti travolti dall'onda biancorossa che, come d'incanto, risveglia amore e passione per la squadra del capoluogo. Sembra la trasferta di Bologna per la A. È la Prima categoria.
Tutto esaurito
Poco dopo le 15 le vie attorno allo stadio di Falconara traboccano di macchine e motorini. I vigili hanno il loro daffare per evitare posteggi impossibili. Gli ultimi ritardatari cercano affannosamente il biglietto al botteghino. Prima di salire in tribuna c'è anche chi approfitta della presenza dei due camion-bar per addentare un panino e godersi una birra. «E te? Siamo proprio matti...» il saluto tra tifosi ritrovatisi all'improvviso. Poi via su per le scale a caccia di un posto in tribuna dopo aver superato i controlli dei carabinieri che, inflessibili, fanno srotolare striscioni e controllano le bandiere.
Io ci sono
«Avevo 4 anni quando ho visto la prima partita e dopo 60 anni la passione per questa maglia va oltre ogni ostacolo - afferma Eros Giardini, volto storico del tifo dorico pronto a distribuire domenica il 33° calendario biancorosso - I mille tifosi? Ancona vive di mode, ora c'è la curiosità per questa categoria. Ma se la società saprà lavorare bene si potrà dare continuità a questa passione». «Avevo 8 anni e con mio zio sono andato per la prima volta in tribuna - esclama Flavio Ferroni - e l'Ancona è diventata un amore. Una passione che spero di poter trasmettere a mio figlio». Sulle scalinate diverse le generazioni unite dal biancorosso. «L'amore per la città e la squadra va al di là della categoria in cui gioca - esclama Fabrizio Sichi, manager - Ora piangere su quello che poteva essere e non è stato non serve a nulla, ma l'Ancona deve ripartire. E lo può fare da oggi grazie a questi mille tifosi». In tribuna si cerca il patron Marconi, seduto assieme al sindaco di Falconara Brandoni, accompagnato dalla vice Signorini e dall'assessore Clementi Rossi. Con loro anche il vicesindaco di Ancona Pierpaolo Sediari e Marco Gnocchini, presidente Prometeo. «Al Dorico ho visto la prima partita Ancona-Rende nell'82 e oggi sono qui. Ho sempre seguito questa squadra a prescindere. Lo spirito di appartenenza mi ha portato a fare tante trasferte» esclama Alessandro Baiocchi, dipendente bancario.
Si parte
Alle 15.30 tutti gli sguardi sul campo. In un lampo sembrano cancellate le paure di scomparire e l'amarezza per il terzo fallimento. Noi siamo anconetani è l'urlo che scuote la tribuna. Applausi sulla fiducia a Mastronunzio. Segna per noi, vogliamo vincere. Ogni settimana birre, becche e Anconitana recita uno stendardo. «Sono qui per l'amore dell'Ancona - esclama Guido Cico Lazzarini - E dopo due anni in cui abbiamo toccato il fondo spero che la società possa far tesoro di questo entusiasmo». «L'amore per questa squadra non ha categorie - esclama l'ex pugile Miro Riga - Impossibile non seguirla». Il primo tempo se ne va. L'Ancona non riesce a segnare. Ma sembra un dettaglio. «Mio zio che mi ha fatto innamorare dell'Ancona portandomi nel 1979 a vedere la partita contro la Rondinella. E io sono qui oggi anche per lui - afferma Marco Ciarmatori, autista - Forse solo ora molti si sono resi conto di quel che potevamo perdere». «Gli anconetani sono così: nei momenti che contano ci sono - sottolinea Sauro Trillini, allenatore ed ex dorico - e l'hanno dimostrato stringendosi attorno a questa squadra». «Mi aspettavo questa risposta - ha ammesso Lorenzo Mondini, l'avvocato che ha cercato di dare un futuro all'Ancona prima di Marconi - E se la capienza fosse stata maggiore i tifosi avrebbero riempito anche quegli spazi».
Il boato
La sciarpata si accompagna alle bandiere. «Il tifo? Mi sembra di tornare a 30 anni fa e io sono qui per la fede biancorossa» ammette Francesco Nucera, avvocato. Molti sembrano increduli: possibile 1.300 spettatori per un match di Prima categoria? «Ancona è così - sintetizza Andrea Biekar, commercialista - Una città passionale capace di accendersi in un attimo ma altrettanto capace di sgonfiarsi in poco tempo». Amore. Fede. Passione. Il mix diventa esplosione al gol. E la vita l'è bella quando gioca l'Ancona sembra un giorno di festa siamo fuori di testa...: il coro sembra la sintesi della giornata. È 1-0. Mastronunzio e compagni corrono sotto la curva accompagnati dal chi non salta ascolano è.... Baci e abbracci. I mille si danno appuntamento al Del Conero. Al cuore non si comanda.
Massimiliano Petrilli
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