Internet e negozi Un giro d'affari di oltre 40 milioni

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Venerdì 22 Giugno 2018, 05:04
IL BUSINESS
ANCONA «Non è un prodotto medicinale, da combustione o alimentare e non si vende ai minori». Così la maggior parte delle aziende che producono e commercializzano cannabis light descrive il proprio prodotto, che non andrebbe dunque fumato e non viene venduto a clienti con meno di 18 anni, perché anche se la legge in questo senso non prevede limitazioni, in tal modo si evitano potenziali rischi o problemi. In Italia lo spinello leggero è stato reso legale dalla legge 242/2016 sulla coltivazione e la filiera della canapa: la normativa ha creato un cuscinetto di esenzioni di responsabilità per l'agricoltore nel caso in cui i risultati a un controllo rivelino una quantità di Thc superiore a 0,2%, ma entro lo 0,6%. Se la legge mirava a tutelare i coltivatori di piante, non fa menzione dei fiori. Per la cannabis light, che mantiene le proprietà del cannabidiolo ma senza gli effetti psicoattivi, si usano dunque le infiorescenze di varietà di canapa per usi industriali già presenti nell'elenco ufficiale delle sementi coltivabili in Italia e quindi con un tenore di Thc inferiore al limite di legge. Si tratta di fiori che avanzano dalla produzione per altri scopi (tessuti, cosmetici) e che vengono vendute oggi in apposite bustine in centinaia di punti vendita specializzati in tutta Italia, oltre ad alcuni tabaccai. Una nuova frontiera, dunque, che in questi anni ha attratto centinaia di migliaia di italiani: secondo Coldiretti il giro d'affari stimato è di oltre 40 milioni di euro, che si sviluppa sia nei negozi veri e propri, sia su internet. Nel giro di 5 anni sono aumentati di 10 volte i terreni coltivati a canapa (per vari usi, non solo per la versione light'), dai 400 ettari del 2013 ai quasi 4.000 stimati per il 2018, sempre secondo Coldiretti.
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