Entro l'anno la Soprintendenza deve esprimersi sui vincoli Nel restyling previsto anche un ristorante con vista campo

3 Minuti di Lettura
Giovedì 23 Novembre 2017, 05:01
IL PROGETTO
ANCONA Perché il sogno diventi realtà è bene tenere i piedi per terra e non cedere all'euforia di chi pensa che sia tutto facile, ma nemmeno al disfattismo di chi è sempre alla ricerca del cavillo. Serve un approccio manageriale per affrontare il tema del rilancio del Dorico, lasciando da parte i giochi politici. Anconitana e Comune - svolta storica - hanno suggellato un patto: lavorare a 4 mani per ottenere il massimo da quello che, se si aspetta ancora, diventerà un rudere. Per qualcuno è un miraggio, ma Stefano Marconi, presidente del club dorico, ha le idee chiare: vuole far risorgere il Dorico.
La bozza
E ha già disegnato una bozza del suo stadio dei sogni: una bomboniera da 12 mila posti a U (tribuna, gradinata e curva) nel cuore della città, con copertura fotovoltaica, sede, sala riunioni, store ufficiale, fitness center e un ristorante con vista campo. Un approccio serio non può trascurare due nodi: viabilità e sicurezza. Negli occhi dei supporter c'è ancora l'immagine di un Dorico pieno all'inverosimile, dodicesimo uomo negli anni d'oro dell'Ancona. Già all'epoca si parlava di problemi di ordine pubblico - nessuno dimentica i tafferugli contro gli acerrimi rivali di Ascoli, Pescara e Verona -, anche per questo si costruì in fretta e furia il Del Conero, in concomitanza con la prima serie A del '92.
I nodi
Uno stadio in città pone problemi, inutile negarlo. È anche vero che ci sono società, come la Spal, che fanno la A con un impianto in centro storico. In ogni caso, il tema dei parcheggi ha un valore strategico: servono come il pane già adesso, figuriamoci se un giorno l'Anconitana dovesse tornare a giocare qui. Dove realizzarli? Il progetto del Comune del 2013 prevedeva l'abbattimento della gradinata per la costruzione di un park a raso o multipiano. Nel Dorico del futuro potrebbero essere ricavati proprio sotto la tribuna scoperta: un parcheggio interrato a pagamento a disposizione della città. Altro paletto è quello della Soprintendenza che dovrà esprimersi sull'esistenza (scontata) di un vincolo d'interesse storico e architettonico. La risposta dovrebbe arrivare entro l'anno. Lo step successivo sarà capire quali singoli elementi andranno conservati e quali, invece, potranno essere sottoposti a restyling: solo il portale d'ingresso? È l'auspicio di Marconi che conta di avere un progetto in mano, già approvato, entro maggio 2018. Senza le precisazioni della Soprintendenza è inutile fare progetti, ha spiegato il sindaco Valeria Mancinelli, che però ha sposato in pieno la causa di Marconi, sebbene le opposizioni in Commissione consiliare abbiano già sollevato obiezioni sia sulla convenienza di uno stadio così capiente in centro (propongono piuttosto un impianto da 4-5 mila posti), sia sul rischio abbandono al Del Conero, sia sull'impegno economico che il progetto richiede.
I costi
Investimento che non è ancora possibile quantificare. Ci si può basare sul progetto del 2013: il bando (mai uscito) prevedeva 1,8 milioni per rifare il look al campo e alla tribuna, con ampliamento dell'area tennis. Ristrutturare anche curva e gradinata (ammesso che sia possibile) con attività commerciali annesse fa lievitare i costi. Qualche consigliere di minoranza parla di 15-20 milioni di euro. Marconi è convinto che la verità stia nel mezzo . La sindaca ha già dato l'ok a parole per un partenariato pubblico-privato ed è già un successo, anche se in mancanza di un piano finanziario preciso è inutile fare previsioni. La strada è lunga, ma conviene crederci: ne va del futuro della città.
Stefano Rispoli
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA