“Le trivelle non sono pericolose”

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Domenica 20 Settembre 2015, 06:20
Ancona
Carotaggi, esplorazioni, trivellazioni: se condotte a regola d'arte, nel rispetto delle regole, non sono pericolose. Parola di Paolo Messina, direttore dell'Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria del Cnr, che così interviene sulle trivellazioni nel Mare Adriatico promosse dal decreto “Sblocca Italia” e che hanno scatenato non poche polemiche e un secco no dei governatori delle otto Regioni interessate: Puglia, Molise, Basilicata, Calabria, Abruzzo, Marche, Sicilia e Sardegna.
“La ricerca del petrolio e del gas e l'estrazione non sono pericolose se vengono rispettate scrupolosamente norme, regole e tutte le disposizioni di legge in merito - sottolinea Messina - Certo gli incidenti capitano, questo non si può negare, ricordiamo quello nel Golfo del Messico quando nel 2010 la piattaforma petrolifera Deepwater Horizon esplose”. L'esplosione provocò undici vittime e lo sversamento di milioni di barili di petrolio nell'Oceano Atlantico per oltre 87 giorni. Messina spiega: “Ci sono diverse fasi. Si comincia con l'esplorazione preliminare con sistemi indiretti e strumentazioni particolari installate sulle nave e che servono per le indagini geofisiche e la ricerca di possibili serbatoi di petrolio o di gas nel sottosuolo. Una volta stabilita la presenza dell'idrocarburo, anche con sondaggi specifici di esplorazione, psi passa alla fase dell'estrazione, come è accaduto di recente in Egitto, dove proprio l'Eni ha scoperto un grosso giacimento di gas e ora stanno lavorando per l'estrazione. Ribadisco, l'incidente può sempre accadere, ma, se tutto viene condotto nel rispetto delle regole, non ci sono pericoli per l'ambiente o per le persone”.
“Si tratta di estrarre, di portare in superficie qualcosa che è contenuto nelle rocce - conclude Messina - e le stesse società petrolifere non hanno alcun interesse a far disperdere il prodotto da vendere in mare, né hanno alcun interesse a danneggiare l'ambiente: sarebbe un danno di immagine notevole anche per loro e non avrebbero più concessioni”. I quesiti referendari sono stati concordati, all'unanimità, durante l'ultima seduta della Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali e devono essere approvati in forma identica da almeno cinque Assemblee regionali, ai fini della validità della richiesta di referendum. Le proposte di deliberazione sono state assegnate alla Commissione Ambiente, per consentirne l'approvazione da parte del Consiglio nella seduta di martedì.
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