Pamela e terremoto: l’anti-sistema vola
Partito Democratico giù di 70mila voti

Pamela e terremoto: l’anti-sistema vola Partito Democratico giù di 70mila voti
di Lorenzo Sconocchini
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Martedì 6 Marzo 2018, 11:41 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 17:30
ANCONA - Mettete in fila tutti i residenti di Jesi e Fabriano e avrete gli elettori che il Pd s’è perso per strada fra un turno e l’altro per il Parlamento, 70.023 votanti che nelle Marche hanno smarrito la via del seggio oppure preferito altre liste alla Camera. Solo una minima parte avrà votato Liberi e Uguali, la costola fuoriuscita dal fianco sinistro, che nelle 1.574 sezioni delle Marche ha raccolto 26.252 voti all’uninominale e non tutti certo di democrat delusi. Neanche il lieve calo dell’affluenza alle urne - scesa al 77,28% contro il 79,80% del 2013, con circa 38mila voti validi dispersi rispetto alle precedenti Politiche - aiuta a spiegare un’emorragia del genere in casa Pd, sceso in un lustro dal 27,69% al 21,1% alla Camera, risultato appena migliorato (21,9%) al Senato. 

Che fine hanno fatto gli ex supporter del Pd? Ci vorrà tempo per raffinare le analisi sui flussi elettorali, ma qualche chiaro indizio emerge dal confronto con i risultati delle altre liste, dove si afferma nettamente il partito dell’anti-sistema, Lega più M5S, capace di mettere insieme 470.159 voti per la Camera, con un 52,7% che ne fa il virtuale schieramento di maggioranza assoluta nelle Marche. Non solo il Movimento 5 stelle si conferma il primo partito con 316.417 voti (35,55%) alla Camera, in aumento rispetto ai 298.114 del 2013 (32,13%), e il 35,1% al Senato, segno che quello grillino non è solo un voto giovanile. Ma è la Lega che fa segnare un balzo impressionante, gonfiando il risultato dallo 0,69% del 2013 al 17,27% attuale alla Camera (addirittura meglio al Senato, 17,7%). E’ vero che dopo un timido risveglio alle Europee del 2014 (2,7%) il Carroccio s’era impennato alle Regionali del 2015 fino al 13,02%. Ma certo passare in cinque anni da 6.405 elettori ai 152.808 di oggi fa capire che il vento del nord ha raggiunto anche le lande marchigiane.  In particolare a Macerata e provincia, dove l’effetto choc per l’uccisione della 18enne Pamela Mastropietro e la sparatoria contro migranti africani da parte del vendicatore Luca Traini ha dato carburante al partito di Salvini, salito ben oltre la media regionale.
Nel collegio uninominale di Macerata la Lega ha incassato 31.629 voti (20,97%) e più di un elettore su cinque (20,98%) è con Salvini anche nel capoluogo di provincia. Il caso Macerata, con i suoi fatti di cronaca così sconvolgenti da condizionare la campagna elettorale nazionale, ha premiato la “tolleranza zero” della Lega, più che gli estremismi xenofobi dell’ultradestra, anche se Casapound nelle Marche è salito dallo 0,23% al 1,13% (9.919 voti alla Camera).

Pure l’effetto terremoto deve aver penalizzato molto il Pd, dopo le critiche al governo regionale per le casette in ritardo e la ricostruzione che non parte, premiando più che Forza Italia (87.591 voti con il 9,90% rispetto al 17,51% del Pdl 2013) proprio la stessa Lega. Grazie anche all’effetto Pazzaglini, il sindaco della Visso terremotata che dopo aver criticato il governo per la gestione dell’emergenza s’è candidato con la Lega ottenendo un seggio al Senato e trainando il Carroccio nei comuni del cratere: 35,18% a Visso, 27,46% a Ussita, 30,37 a Castelsantangelo sul Nera, 24,55% a Camerino. Più modesto, ma sempre sopra il 20%, il risultato della Lega a Fiastra, il comune di Peppina, la nonnina sfrattata dalla casa provvisoria che proprio Salvini aveva adottato come simbolo di un governo che non funziona. 
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