Caduti, smarriti e stanchi: montagna da brividi nelle Marche. Un intervento ogni 48 ore per il Soccorso Alpino

Caduti, smarriti e stanchi: montagna da brividi. Un intervento ogni 48 ore per il Soccorso Alpino
Caduti, smarriti e stanchi: montagna da brividi. Un intervento ogni 48 ore per il Soccorso Alpino
di Maria Teresa Bianciardi
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Mercoledì 30 Agosto 2023, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 18:17

Vuoi mettere il fascino della montagna, quando ci si inerpica per i sentieri immersi nel verde, nel silenzio più assoluto, circondati da un panorama mozzafiato talmente indescrivibile che ci si potrebbe anche perdere. Perdere a tal punto che passare dall’entusiasmo alla paura è un attimo. Succede spesso: in particolare questa estate da maggio ad agosto i volontari marchigiani del Corpo nazionale di soccorso alpino hanno effettuato una sessantina di interventi (in media uno ogni due giorni) sui monti della regione Marche per recuperare escursionisti in difficoltà a causa di infortuni o per essere usciti dal sentiero e non avere più trovato la strada per rientrare. 

Scatta l’emergenza

Ma sono stati tanti anche i soccorsi per malori in quota.

Perché un conto è essere appassionati della montagna, un altro è affrontare salite e arrampicate in maniera superficiale, senza adeguate attrezzature, kit di pronto soccorso o lo stretto necessario per sostenersi in caso di emergenza. Il caldo torrido di luglio e in parte di agosto ha fatto sì che molte persone si avventurassero nell’entroterra delle Marche in cerca di refrigerio e c’è chi ha percorso i sentieri di montagna in sandali e ciabatte, senza dotarsi di cartina topografica da escursionismo e senza pensare che i cellulari ad un certo punto possono risultare inutilizzabili. 

Le cause

E così, in media, è scattato l’allarme una volta ogni due giorni. «Le cause principali di intervento sono per cadute, perdita di orientamento, incapacità di rientrare da soli, scivolate improvvise, malori, ma anche per non essere più in grado di affrontare fisicamente la strada del ritorno sfiancati dalla salita», spiegano al Cnsas Marche. Quindi partono i volontari della stazione interessata. Il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico è costituito da una stazione unica regionale speleologica con 25 tecnici di soccorso e cinque stazioni provinciali e locali. Quella di Ascoli è formata da 28 tecnici di cui 4 infermieri, quella di Montefortino ha 15 tecnici, a Macerata sono attivi 20 tecnici ed un medico, ad Ancona operano 21 tecnici di cui 2 medici e due infermieri. Infine nella stazione di Pesaro ci sono 16 tecnici, di cui un infermiere. Tredici i mezzi da utilizzare in caso di emergenza, con basi di elisoccorso e personale Cnsas fisso tutto l’anno e una base hems/Sar (Icaro02) a Fabriano. Insomma tutto il territorio montano delle Marche è sotto stretto controllo, con i volontari pronti ad intervenire in qualsiasi situazione e in ogni condizione meteo. «Se lo scorso anno i soccorsi hanno interessato per il 70% escursionisti uomini - spiegano dal Cnsas - questa estate sono state soccorse molte più donne, in difficoltà soprattutto in seguito a cadute e malori». 

La mappa dei pericoli

Tra le attività svolte anche gli interventi in caso di calamità naturali, come eventi alluvionali e sismici. Le squadre sono state impegnate per l’alluvione di settembre del 2022 nelle Marche, ma anche in Emilia Romagna e nell’emergenza che si è creata nelle scorse ore nel nord Italia. Sui nostri monti i soccorsi vengono effettuati soprattutto in zona Fiastra, Lame Rosse, lago di Pilato, Monte Conero, Gola del Furlo e Gola dell’Infernaccio, dove è maggiore l’affluenza di escursionisti - anche fai da te -. Ed è così che scatta l’allarme.

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