Sorpresa, nel cratere del terremoto
adesso cresce la voglia d'impresa

Sorpresa, nel cratere del terremoto adesso cresce la voglia d'impresa
di Francesco Romi
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Giovedì 25 Gennaio 2018, 12:54
I marchigiani continuano a credere nella creazione di impresa e, nel corso dello scorso anno, il numero delle nuove aziende ha superato quello di coloro che hanno chiuso i battenti: 9.666 contro 9.175, con un saldo positivo di 491 unità e una crescita pari allo 0,28% rispetto al 2016; un dato positivo, quest’ultimo, anche se inferiore sia alla media nazionale dell’anno (+0,75%) che a quella delle regioni del Centro Italia (+1,35%). A fine 2017, lo stock di imprese registrate in tutta la regione ha toccato quota 172.205: si tratta di un numero leggermente inferiore a quello del 2016 (172.337), ma compensato dalla frenata delle chiusure.



I numeri
I dati sulla nati-mortalità delle imprese marchigiane, elaborati da Unioncamere-InfoCamere, inoltre, indicano che a trascinare il saldo positivo sono le province di Macerata, Ascoli Piceno e Fermo, che proprio nel 2017 hanno dovuto fare i conti con il terremoto. La provincia con la miglior performance di crescita è Macerata: con +1,50% è al dodicesimo posto a livello nazionale (a Messina il primato, con +2,22%), grazie a 2.465 nuove iscrizioni a fronte di 1.883 cessazioni e un saldo positivo di 582 unità. Seguono Ascoli Piceno (1.437 aperture, 1.241 chiusure, con un saldo di 196 unità e un tasso di crescita dello 0,80%) e Fermo (1.182 nascite, 1.169 cessate, una differenza positiva di 13 unità e un tasso di crescita pari allo 0,06%).

Le agevolazioni
Questo trend è soprattutto conseguenza diretta della Zona Franca Urbana (Zfu), che prevedeva la concessione di agevolazioni, sotto forma di esenzioni fiscali e contributive, in favore di imprese e titolari di reddito di lavoro autonomo che svolgeva la propria attività o che l’avviavano entro il 31 dicembre 2017 scorso nei comuni colpiti dal sisma. «Abbiamo portato a termine un lavoro di squadra eccellente e in tempi rapidi – ha spiegato Gino Sabatini, presidente di Cna Marche -: associazioni di categoria, Regione Marche e governo hanno messo in campo una strategia condivisa ed efficace, con risorse che servissero a ricostruire il tessuto produttivo dell’area del cratere attraverso un modello di sviluppo nuovo e concordato con i territori». Per il presidente della camera di commercio di Pesaro Urbino, inoltre, questi dati indicano «una maggiore volontà dei marchigiani verso l’autoimprenditorialità, con un nuovi stimoli per favorire la nascita di start up innovative».

Centro-nord segna meno
Tra le 28 province italiane con un tasso di crescita negativo ci sono Ancona (2.564 nuove imprese, 2.718 scomparse, un saldo di -154 e un tasso negativo dello 0,33%) e Pesaro Urbino (2.018 iscritte e 2.164 chiuse, -146 in totale e un tasso pari a -0,36%). Sono anche le due province che possono contare su una solidità strutturale delle aziende: qui hanno sede il maggior numero di società di capitale (rispettivamente 11.169 e 10.169, in aumento rispetto al 2016) e di persone (8.316 e 8.905, in frenata rispetto al 2016) della regione. «I dati confermano l’immagine di un sistema tuttora in trasformazione, che sta cercando la sua identità e stabilità – spiega Claudio Schiavoni, presidente di Confindustria Marche Nord -. La nostra è una regione dove la ripartenza definitiva del mondo delle imprese appare più complessa che in altri territori e che ha bisogno di ancora un po’ di tempo per consolidarsi».

Più imprese digitali
C’è un terzo asset che fa ben sperare: secondo l’ufficio studi di Confartigianato Marche, nel triennio 2014-2017 sono cresciute del 9,9% le imprese digitali (+8,5% la media nazionale). Sono complessivamente 3.015: 911 in provincia di Ancona, 627 a Pesaro Urbino, 598 a Macerata, 536 ad Ascoli Piceno e 343 a Fermo. Si tratta di aziende attive nei settori dei servizi internet, della realizzazione di portali web, della produzione software e del commercio elettronico e 472 (15,7% del totale) sono artigiane, cresciute del 6,8% nel triennio.
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