L’infermiere e quelle morti sospette nelle Rsa: per Lopoldo Wick dall'ergastolo all’assoluzione

La Corte d’assise d’appello assolve Leopoldo Wick, condannato in primo grado all’ergastolo per omicidio Recluso in carcere due anni, accusato di aver provocato il decesso di 7 anziani in una residenza protetta

L’infermiere e quelle morti sospette nelle Rsa: dall'ergastolo all’assoluzione
L’infermiere e quelle morti sospette nelle Rsa: dall'ergastolo all’assoluzione
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Giovedì 7 Dicembre 2023, 05:25 - Ultimo aggiornamento: 8 Dicembre, 09:09

ANCONA - Ergastolo cancellato: Leopoldo Wick non è responsabile della scia di morti nella Rsa di Offida, in provincia di Ascoli Piceno. Il ribaltone del processo incardinato contro il 60enne infermiere di Grottammare si è materializzato ieri pomeriggio, quando la Corte d’Assiste d’Appello di Ancona ha pronunciato la sentenza dopo quasi sei ore di camera di consiglio: assoluzione perché il fatto non sussiste. 


I casi 


Disintegrato il verdetto di ergastolo pronunciato il primo giugno 2022 dalla Corte d’Assise di Macerata.

I giudici avevano condannato Wick, arrestato nel giugno 2020, per sette delle otto morti contestate dalla procura e per un caso di tentato omicidio sui 4 ipotizzati. I decessi, stando all’accusa, erano stati causati dall’indebita somministrazione di farmaci agli anziani pazienti. Ieri pomeriggio, alla lettura del verdetto, Wick si è sciolto in un pianto liberatorio e ha abbracciato i suoi difensori, gli avvocati Francesco Voltattorni e Tommaso Pietropaolo. Il 60enne - sposato e con un figlio - ha sempre sostenuto la sua innocenza.

I giudici hanno anche disposto l’immediata scarcerazione dell’infermiere, recluso in carcere dal giugno 2020, con una pausa di sei mesi ai domiciliari tra dicembre 2021 e giugno 2022 su decisione della Corte d’assise poi revocata in Cassazione. Fino a ieri si trovava nel carcere di Marino del Tronto. Nella requisitoria, il procuratore generale Roberto Rossi aveva chiesto la conferma dell’ergastolo con un anno di isolamento diurno. 
Cadute pure le provvisionali (tra i 15 e i 40mila euro) riconosciute alle parti civili, rappresentate dai familiari delle vittime che hanno trovato la morte nella residenza sanitaria assistenziale dove lavorava Wick (era conosciuto nella struttura come “l’angelo azzurro”) e da dove nel settembre del 2018 era scattata l’indagine portata avanti dai carabinieri con tanto di installazione nella Rsa di telecamere nascoste.

Era stata la testimonianza di un’ operatrice sanitaria della struttura a fornire l’assist che aveva dato impulso all’inchiesta. Nel giugno del 2020 c’era stato l’arresto di Wick con il trasferimento in carcere. Stando a quanto aveva ricostruito la procura, l’infermiere agiva con premeditazione, per mettere fine alla vita degli ospiti della Rsa somministrando loro dosi massicce di farmaci, come promazina, insulina, benzodiazepina e anticoagulanti. Somministrazioni ripetute nel tempo, superiori ai range terapeutici e che, dunque, potevano raggiungere concentrazioni tossiche e letali, considerando anche le precarie condizioni di salute dei pazienti. 


Il movente


Le morti sono avvenute tra gennaio 2017 e febbraio 2019. Ma quale sarebbe stato il movente degli omicidi? Per gli inquirenti, Wick aveva agito per tenere a bada gli anziani, evitando urla e lamenti. Avrebbe voluto «causare la morte dei malcapitati anziani, “rei” di soffrire, sovente, di crisi, anche violente, di agitazione psicomotoria» si leggeva nelle motivazioni della sentenza di primo grado. «Un movente oggettivamente illogico» ha sempre sostenuto la difesa, che ha presentato appello puntando sulle lacune investigative di un processo indiziario. In primo grado l’Asur era stata chiamata a processo in quanto responsabile civile e condannata in solido con l’infermiere a risarcire le provvisionali. Con il ribaltone d’appello, anche l’azienda sanitaria è salva. Le motivazioni della sentenza tra 90 giorni, poi l’eventuale ricorso in Cassazione della Procura generale.

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