MACERATA - «È vietato visitare i luoghi destinati al culto o alla memoria dei defunti indossando indumenti o compiendo atti o assumendo comportamenti che non siano consoni alla dignità dei luoghi». È un comma dell’articolo 32 del Regolamento sulla sicurezza del Comune di Macerata - votato dalla maggioranza - ad accendere il dibattito politico e a scatenare le critiche dei gruppi di opposizione. Era stata già la consigliera Stefania Monteverde a criticarlo, definendola come «una norma che sembra scritta a Teheran, in uno Stato etico». Poi è arrivata anche la posizione dei consiglieri del Movimento 5 Stelle.
La posizione
«Siamo stati costretti a votare contro il Regolamento sulla sicurezza - dicono Roberto Cherubini e Roberto Spedaletti - per due ragioni che si è cercato di esporre dettagliatamente in un Consiglio che si è protratto fino a tardi per discutere gli emendamenti (10 in totale) presentati dal gruppo consigliare, con il solo intento di aggiustare taluni strafalcioni».
La replica
La replica, con tanto di affondo, arriva dall’assessore alla sicurezza Paolo Renna: «La minoranza che critica è la stessa che ha approvato il medesimo Regolamento a Firenze. Ma come mai si vedono i fascisti solo a Macerata?». Poi entra nel merito del documento: «Lo abbiamo lavorato prendendo spunto da tanti Comuni d'Italia e poi modificato in base alle nostre peculiarità. Ma la cosa vergognosa è che gli stessi che ci attaccano sono coloro che in 25 anni di governo non hanno avuto tempo di aggiornare un Regolamento datato 1926. Cambiato l'articolo che dà poteri specifici al sindaco era un dovere aggiornare il Regolamento, altrimenti avremmo avuto un sindaco zoppo. Questo è anticostituzionale. Macerata si è dotata di uno strumento normativo come previsto dalla Costituzione al passo con i tempi».