Etichetta Conero invece di Messico
Denunciato produttore di pasta fresca

Etichetta Conero invece di Messico Denunciato produttore di pasta fresca
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Sabato 22 Ottobre 2016, 11:02 - Ultimo aggiornamento: 19:47
MACERATA - Nei giorni scorsi la Procura della repubblica di Macerata ha concluso le indagini preliminari a carico del responsabile legale di una ditta con sede nel Comune di Matelica che produceva pasta all’uovo con grano extracomunitario, ma indicava nell’etichetta la dicitura “La Pasta del Conero” lasciando intendere ai consumatori che la pasta fosse stata prodotta con ingredienti, particolari lavorazoni o almeno in un sito produttivo riconducibili al territorio del Monte Conero.

L’indagine condotta dalla Stazione forestale del Conero e dalla Sezione di Polizia Giudiziaria presso il Tribunale di Macerata e diretta dalla Procura della Repubblica di Macerata, pm Claudio Rastrelli, è scaturita da alcune segnalazioni di cittadini residenti nell’area del Conero, i quali lamentavano concorrenza sleale e scarsa trasparenza nell’etichettatura del prodotto. Gli accertamenti condotti con il supporto del nucleo agroalimentare presso il Comando provinciale di Ancona, hanno rivelato che la pasta all’uovo prodotta, relativa ai lotti controllati, era stata realizzata con semola grano duro canadese e messicano e con uova prodotte fuori dalla regione Marche. Pertanto, considerato che l’etichetta riportava in evidenza la dicitura “La Pasta del Conero”, ma nel corso dei controlli non emergeva alcun legame produttivo riconducibile al noto comprensorio marchigiano, sede anche dell’omonimo Parco Naturale, gli agenti procedevano a segnalare alla Procura di Ancona, e poi per competenza territoriale alla Procura di Macerata, il presunto illecito penale, poi ritenuto fondato anche dagli organi inquirenti.

Nessun illecito è stato rilevato invece per quanto riguarda la qualità e la salubrità delle materie prime e dei prodotti dell’azienda, che è risultata produttrice di diverse tipologie di pasta commercializzate con diversi marchi. Il responsabile del reato rischia le pene previste dall’articolo 515 del Codice Penale che vanno dalla reclusione fino a due anni o con la multa fino a euro 2.065. Si sottolinea l’importanza di tali controlli in un periodo come questo, in cui il prezzo del grano duro Italiano è ai minimi da oltre 20 anni; la regione Marche è la quarata produttrice in ambito nazionale, e difendere il mercato da speculazioni sulla provenienza dei prodotti e delle materie prime significa salvaguardare il paesaggio rurale e il reddito dei agricoltori locali che mai come oggi soffrono la concorrenza del prodotto estero, a torto ritenuto migliore di quello italiano.



I LEGALI DELL'AZIENDA: "NESSUN INGANNO"

 «Nessun inganno, nessuna frode, ma solo una pasta di qualità prodotta come tante altre nelle Marche». È il commento dell'ufficio legale della B. & G. Alimentare alla notizia della conclusione di un'inchiesta della Procura di Macerata, dopo i controlli del Corpo Forestale dello Stato, che hanno accertato che della pasca fresca era stata realizzata con grano canadese e messicano. «Ci riserviamo quindi di parlare con la Procura della Repubblica che procede per i doverosi approfondimenti - si legge in una nota - ma intanto ci preme informare i consumatori che negli accertamenti effettuati a seguito dell'indagine condotta dalla Stazione Forestale del Conero e dalla Sezione della Polizia Giudiziaria presso il Tribunale di Macerata è risultato come: 'non sia stato rilevato nessun illecito per quanto riguarda la qualità e la salubrità delle materie prime e dei prodotti dell'Aziendà». Inoltre «per quanto concerne l'asserita comunicazione ingannevole attraverso il marchio Pasta del Conero è fondamentale portare a conoscenza dei lettori di come l'Asur Marche, con Ordinanza n. 17 del 2016 abbia ordinato l'archiviazione del procedimento iniziato nei confronti della B. &.G. Alimentare relativamente all'uso del marchio Pasta del Conero non ritenendolo ingannevole, con la motivazione che testualmente si riporta: 'visto il parere espresso dalla Commissione istituita con Determina n. 165 del 2012 dal Direttore Generale dell'Asur che anche a seguito dell'intervenuta audizione del 25 settembre 2015 ha accolto gli scritti difensivi ritenendo che diversa è la funzione del marchio rispetto all'etichetta. La normativa prevede invece che le specifiche informazioni, come il luogo di produzione debba essere indicato nell'etichetta'. Quindi - sottolinea l'ufficio legale - »nessun inganno, nessuna frode ma solo una pasta di alta qualità prodotta, come tante altre, nel nostro territorio».
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