Porto Recanati, modello Caivano per l’Hotel House. Il sottosegretario Prisco: «Non devono esistere zone franche»

Modello Caivano per l’Hotel House, Prisco: «Non devono esistere zone franche»
Modello Caivano per l’Hotel House, Prisco: «Non devono esistere zone franche»
di Mauro Giustozzi
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Mercoledì 8 Novembre 2023, 01:15 - Ultimo aggiornamento: 9 Novembre, 07:13

MACERATA - La provincia di Macerata resta un’isola felice in tema di criminalità, col buco nero rappresentato però dalla situazione all’Hotel House, problema sempre rinviato, dove l’attenzione delle forze dell’ordine resta alto e su cui è necessario far partire un percorso attraverso la filiera, Stato, Regione, Provincia e Comune per arrivare nel tempo alla dismissione del quartiere-palazzo di Porto Recanati.

Molto partecipato il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica che si è tenuto in Prefettura per un esame relativo alla sicurezza in provincia con particolare focus sull’Hotel House. 

Chi ha partecipato
 

All’incontro hanno partecipato il sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno onorevole Emanuele Prisco, oltre al prefetto Flavio Ferdani al passo di addio per trasferirsi a Pescara, il presidente della Regione, Francesco Acquaroli, il presidente della Provincia e sindaco di Macerata Sandro Parcaroli (entrambi usciti anticipatamente dalla riunione), la senatrice Elena Leonardi, il procuratore della Repubblica Giovanni Narbone, tutti i vertici di polizia, carabinieri, guardia di finanza e vigili del fuoco ed il sindaco di Porto Recanati, Andrea Michelini. «In questo Comitato abbiamo fatto il punto sulla situazione della sicurezza in questa provincia - ha ribadito il sottosegretario Emanuele Prisco - che rappresenta ancora un’isola felice, con un’inversione di tendenza su molti reati.

Si è lavorato molto da parte della prefettura, delle forze dell’ordine, della magistratura a costruire anche nelle scuole e tra i cittadini una cultura della sicurezza. Tanto è che i dati di analisi criminale che abbiamo visto vedono la provincia di Macerata come ultima per incidenza criminale di tutta la regione e le Marche tra le regioni a più bassa incidenza criminale. Merito senz’altro della sinergia tra le istituzioni». 

Il dibattito sulla sicurezza



Al centro del dibattito del Comitato per l’ordine e la sicurezza è stata la situazione dell’Hotel House di Porto Recanati per il quale il sottosegretario ha proposto di adottare «il modello Caivano, fatte le dovute proporzioni ovviamente». L’Hotel House «rappresenta un anello debole in questa provincia - ha continuato - forse una delle poche eccezioni su cui bisogna concentrarsi. Come è noto il governo non vuole lasciare zone franche, ci aggiorneremo costantemente con i rappresentanti delle forze dell’ordine e della magistratura sul da farsi. Già in questo ultimo anno si sono intensificate le operazioni cosiddette ad alto impatto all’Hotel House per il controllo di quella zona di territorio che verranno continuate e ripetute. L’intenzione, sempre in sinergia con le altre istituzioni, è di avere cura di tutte le situazioni di marginalità esistenti, con attenzione in primis ai bambini perché non possono essere tollerate, e non lo saranno, situazioni di rischio che le cronache hanno riportato. Le operazioni ad alto impatto vanno nella direzione di identificare chi abita in quel luogo, poi sequestri di droga: il problema più generale dell’Hotel House deve essere affrontato e risolto da tutte le istituzioni. Ne parlerò con il ministro per poi decidere come e quando intervenire. Sul fronte degli organici delle forze dell’ordine dopo l’assegnazione fatta a giugno non è previsto altro per quest’anno». Il sindaco di Porto Recanati ha portato all’attenzione del Comitato informazioni e anche proposte per affrontare il nodo Hotel House che non può ricadere unicamente sul Comune costiero.

Le proposte

«Proposte concrete ci sono per intervenire –ha detto Andrea Michelini- in primo luogo quella di individuare chi abita all’Hotel House e censire la proprietà effettiva dell’immobile. Si dovrebbe andare per step di lavoro: dopo questo creare le condizioni per trovare alloggi alternativi per le persone che abitano lì, coinvolgendo tutte le istituzioni dalla Regione all’Erap allo Stato centrale. Non è più possibile far finta di niente. E’ dalla metà degli anni Ottanta che il degrado dell’Hotel House è iniziato. Troppe volte si è messa la cenere sotto il tappeto da parte di tutti: dopo un anno di assenza c’è una nuova amministratrice del condominio, ma oggi io mi trovo nella situazione di avere in mano un cerino acceso dalla sanità pubblica perché non c’è acqua corrente ma un pozzo artesiano dove si prende l’acqua, la struttura è obsoleta, manca la sicurezza, dal 2015 non c’è un ascensore che funziona. E all’Hotel House ci sono famiglie, studenti, gente che lavora un quartiere compresso in un grande condominio. Parliamo di un palazzo privato di 16 piani con 480 appartamenti, dove convivono 23 etnie diverse, 380 minori, il 17% della popolazione portorecanatese vive li, deve essere salvaguardata la salute pubblica e la struttura Hotel House». 

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