Al vaglio i clienti dello spacciatore
di coca: trema la "Macerata bene"

Al vaglio i clienti dello spacciatore di coca: trema la "Macerata bene"
di Benedetta Lombo
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Mercoledì 14 Novembre 2018, 11:05
MACERATA Dall’imprenditore al commerciante, dal libero professionista che avrebbe iniziato a sniffare cocaina dopo la crisi coniugale alla dottoranda che si sarebbe prostituita per ottenere una dose di cocaina. I vissuti che emergono dall’indagine antidroga dei carabinieri della Compagnia di Tolentino sono molto diversi tra loro ma hanno tre cose in comune: la giovane età degli acquirenti – dai 22 ai 40 anni –, la loro appartenenza alla Macerata “bene”, e il loro fornitore di fiducia, Rezart Hoxhara, albanese di 36 anni che questa mattina sarà interrogato in carcere a Montacuto alla presenza del suo avvocato, Luca Froldi.
L’inchiesta è partita proprio dall’analisi del cellulare dell’albanese. «Dove sei?», «Ho urgente bisogno di vederti», sono alcuni dei messaggi che i militari hanno intercettato nei suoi colloqui su Whatsapp con giovani insospettabili.
  
Messaggi estremamente stringati e a volte con parole in codice, che però erano inviati con un unico fine, quello di acquistare una dose di cocaina. In totale sono state una ventina le persone chiamate dai carabinieri per accertare quanta droga avevano acquistato e per quanto tempo dal pusher. Di queste, cinque erano donne e 15 uomini, tra cui un imprenditore, qualche commerciante, liberi professionisti, una barista, operai, qualche autotrasportatore e studenti universitari. Un libero professionista avrebbe riferito ai carabinieri di aver iniziato a consumare la cocaina (acquistandone circa sette grammi a settimana) dopo che era stato lasciato dalla moglie e che una sera avrebbe incontrato l’albanese in un bar del centro. In quell’occasione Hoxhara gli avrebbe chiesto se voleva continuare a comprare cocaina da lui. Di sostanza bianca il 36enne ne avrebbe venduta parecchia, a tutti pretendendo il pagamento di un corrispettivo, a una studentessa universitaria dottoranda di 22 anni, ottenendo in cambio prestazioni di natura sessuale. Da quanto ricostruito dagli inquirenti lo spaccio della cocaina “parlata” (ovvero non sequestrata ma contestata in base a quanto riferito dagli acquirenti) sarebbe iniziato a marzo del 2017 e sarebbe proseguito fino ad agosto dello stesso anno. Questa mattina l’albanese finito nel mirino dei carabinieri guidati dal tenente Antonio Masciarelli potrà decidere se rispondere alle domande del gip oppure avvalersi della facoltà di non rispondere, se dichiarare da chi si riforniva, l’ipotesi è che si tratti di connazionali che vivono a Tolentino oppure a Civitanova, e dare altre informazioni utili, oppure fare scena muta.
 
Ad oggi, dalle numerose operazioni di polizia giudiziaria effettuate dal Reparto operativo guidato dal tenente colonnello Walter Fava, e dai carabinieri delle quattro Compagnie dipendenti (Macerata, Civitanova, Camerino e Tolentino) è emerso che il mercato della cocaina è gestito principalmente da italiani, che si riforniscono prevalentemente dai calabresi (sia direttamente dalla Calabria che passando dall’hinterland milanese) e dagli albanesi, che reperiscono lo stupefacente dal proprio paese d’origine. Al dettaglio il prezzo è di 60-80 euro al grammo, molto più cara rispetto all’eroina (35/40 euro per la brown, 50/60 euro per la bianca), all’hashish (10/13 euro) o alla marijuana (7/10 euro). I consumatori di cocaina hanno una fascia d’età compresa tra i 20 e i 40 anni, e in provincia sono prevalentemente operai, commercianti, qualche studente e imprenditore, in prevalenza di sesso maschile. Dall’inizio dell’anno i carabinieri del Comando provinciale – diretto dal colonnello Michele Roberti – hanno sequestrato ben 6,568 chili di cocaina, 416,33 grammi di eroina, 235 chili di hashish e 16,1 chili marijuana. Cifre più che importanti per una realtà come quella Maceratese. In totale 89 persone sono state arrestate e 207 denunciate a piede libero, mentre in 125 sono stati segnalati alla prefettura quali assuntori di stupefacenti.
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