Il primo decesso era avvenuto il 24 settembre quando fu ritrovato il corpo senza vita di un pescatore 49enne di San Benedetto all’interno di un peschereccio ormeggiato al porto di Civitanova. Era stato l’armatore a fare la drammatica scoperta al mattino al suo arrivo nella barca dove il 49enne dormiva (aveva lì il suo domicilio). Il 18 ottobre a morire fu un ex dipendente comunale di 45 anni, originario di Roma, ma che da anni viveva a Civitanova. Fu trovato in casa ormai privo di sensi, morì poche ore dopo in ospedale. Il giorno successivo un 40enne, anche lui originario di Roma e papà di due figli, fu trovato in casa senza vita. Furono gli stessi familiari a chiedere che venisse fatta l’autopsia e l’esame medico-legale accertò che la causa della morte era stata un’overdose.
Nel corso delle indagini i carabinieri del Norm hanno ricostruito una cospicua e redditizia attività di spaccio da parte di quattro tunisini senza fissa dimora: avrebbero effettuato complessivamente più di 3.200 cessioni di droga, tra cocaina ed eroina, nei confronti di numerosi assuntori abituali della costa maceratese, per un profitto quantificabile in più di 60mila euro. I militari dei due reparti hanno sentito numerose persone informate sui fatti e hanno compiuto indagini tecniche mirate accertando così che le dosi mortali che hanno provocato le overdose dei tre uomini italiani tra settembre e ottobre 2022, provenissero dal circuito di spaccio dei quattro tunisini. Il 4 novembre scorso, un altro giovane fu trovato morto in casa per overdose. Si tratta di un marocchino di 40 anni che da anni viveva in Italia e si era trasferito con la famiglia a Porto Sant’Elpidio. Fu trovato dalla compagna nella loro abitazione di Civitanova che era in ristrutturazione quando il giovane però era già privo di vita. Per gli inquirenti però non ci sono elementi che possano collegare la morte del 40enne ai quattro tunisini indagati.