Ma soprattutto non si spiega poi che senso aveva, per assassini dal sangue freddo,

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Martedì 23 Maggio 2017, 05:00
Ma soprattutto non si spiega poi che senso aveva, per assassini dal sangue freddo, lasciar vivo un testimone e abbandonare il coltello in un campo vicino, sapendo che i carabinieri proprio lì avrebbero cercato. E infatti l'arma domenica pomeriggio è stata ritrovata in un terreno sul lato destro di via Chiaravallese, a un centinaio di metri dal furgone, mentre Andreucci era sull'altro versante, cento metri più avanti. Si tratta di un grosso coltello da cucina con l'impugnatura di metallo. Non si sa se facesse parte dell'armamentario da veterinario o se l'assassino l'avesse portato con sé pensando di doverlo utilizzare. L'arma era sporca di sangue ed è stata inviata ai laboratori del Ris per i rilievi sulle impronte digitali.
Tagliato dalla lama
Il sospetto che sia stato proprio Andreucci a tenere in pugno il coltello sarebbe avvalorato anche dal referto medico con cui i medici del pronto soccorso di Osimo hanno dimesso il giovane ascolano, arrivato in stato di choc e con ferite alle mani. Lamentava i sintomi tipici di chi esce da un incidente (dolori alla cervicale per il colpo di frusta e mal di testa) e i sanitari hanno medicato dei tagli alle mani. Almeno due - al pollice sinistro e tra i medio e l'anulare destro - che però sarebbero superficiali, più compatibili con l'azione di maneggiare una lama affilata che con un tentativo di autodifesa. Di sangue però il giovane ne aveva parecchio sui vestiti, le analisi diranno se era sangue di Pinciaroli. E la pista di una rapina finita nel sangue è franata dopo i primi accertamenti. Il portafoglio di Andreucci è stato ritrovato, come pure il borsello che il veterinario portava con sé per tenere denaro e documenti: era nel furgone, nessuno lo ha preso. Il motivo di quelle coltellate è un altro.
Lorenzo Sconocchini
l.sconocchini@corriereadriatico.it
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