P.S.Elpidio, una prostituta denuncia
«La mia vita, un inferno sulla strada»

Una lucciola contratta la prestazione
Una lucciola contratta la prestazione
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Mercoledì 18 Ottobre 2017, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 18:24
PORTO SANT'ELPIDIO - «Vorrei cambiare vita, vorrei lottare per i miei diritti di immigrata regolare perché mi prostituisco per vivere mentre altre persone si arricchiscono e si nascondono dietro a un mestiere regolare». E’ la considerazione a caldo di una prostituta brasiliana di 24 anni che vive a Porto Sant’Elpidio e si è trovata a vivere le esperienze delle quattro colleghe aggredite nell’ultimo mese. Esperienze di sevizie e soprusi. Il violentatore che picchia le ragazze per soddisfare le sue voglie malsane è a piede libero. Chissà quante belle di notte subiscono e stanno zitte. Magari perché non sono come Anna, nome di fantasia, non sono regolari. 
«Ho sofferto le pene dell’inferno nelle mani dei papponi quando non avevo i documenti in regola – dice la brasiliana - sono contro lo sfruttamento e sono d’accordo sul fatto che invece di pagare gli sfruttatori dovremmo pagare le tasse, da regolari, un modo per aiutare le finanze dello Stato che dovrebbe regolarizzare la prostituzione come hanno fatto altri Paesi». 
Anna parla un italiano stentato ma si fa capire. Dice che «Il giro della prostituzione crea una mafia dove gli sfruttatori si uniscono per affittare più appartanti. Ma anche alberghi e finti b&b che ospitano le ragazze a 50/70euro al giorno con possibilità di offerta ai clienti. Non è giusto che un italiano che lavora tutta la giornata, paga le tasse e si sacrifica mentre un furbo prende delle case e fa la vita da re con i soldi della diaria giornaliera delle prostitute. Questo è sfruttamento. Allora, mi chiedo, perchè non regolarizzare la prostituzione?». Parliamo di difficoltà impronunciabili, di diritti negati, di strade pericolose. Anna ha scelto di non frequentare più la strada e i clienti li fa venire in casa, lavora pomeriggio e sera e al telefono fissa gli appuntamenti dopo aver concordato il prezzo e aver chiarito che lei accetta solo il rapporto protetto. 
Per arrivare a quest’autonomia lavora in un locale notturno e arriva a guadagnare qualcosa in più che le permette di scegliere. Cosa che non è stata possibile per tantissime altre lucciole che invece sono costrette a lavorare sui marciapiedi, alla mercè di tanti balordi e clienti che ogni giorno e ogni sera sera alimentano il mercato del sesso a pagamento. 
Dopo le aggressioni dei giorni scorsi le lucciole hanno paura. Gli investigatori dell’Arma minimizzano il fenomeno, si limitano a sostenere che si indaga a tutto campo. Appare evidente che gli inquirenti hanno in mano elementi importanti ma anche che stanno verificando l’autenticità delle denunce. Le prostitute non ne parlano, non vogliono commentare, ma qualcuna di loro parla anche di strane e inquitante presenze».