FERMO - Coinvolge il Fermano l’inchiesta della Procura di Ragusa, in Sicilia, su favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violazione alle norme del codice della navigazione. Fra gli indagati Alessandro Metz, 53 anni, di origine triestina e fermano di adozione.
Secondo gli inquirenti in cambio di «una ingente somma», simulando un’emergenza sanitaria a bordo, sono stati presi in carico 27 migranti salvati in mare dalla Maersk Etienne, che li aveva soccorsi oltre un mese prima. A pagare sarebbe stato l’armatore della nave danese per poter tornare a lavorare mentre a incassare la somma sarebbero stati quelli della nave Mare Jonio, che operava soccorsi in mare per conto della Mediterranea saving humans.
I nomi
Oltre a Metz indagati l’ex disobbediente Luca Casarini, l’ex assessore comunale di Venezia Beppe Caccia e il comandante Pietro Marrone.
Sono indagati per il loro ruolo con la Mare Jonio, gestita dalla compagnia armatoriale Idra social shipping, mentre è estranea la stessa Mediterranea saving humans. La Ong parla di «accuse pesanti», ma che «puntano a colpire la pratica del soccorso civile in mare». Secondo gli inquirenti ci sarebbe stato uno scambio di denaro avvenuto in occasione del trasbordo (nel settembre scorso) dei migranti. Metz è noto per le sue battaglie per la sicurezza dei migranti ed è l’armatore sociale della Mediterranea Saving Humans. Al centro degli accertamenti c’è il successivo sbarco a Pozzallo dallo stesso rimorchiatore dopo che i migranti erano stati trasbordati sul natante dalla nave danese. La Procura siciliana ha disposto perquisizioni a Trieste, Venezia, Palermo, Bologna, Mazara Del Vallo e Augusta e, nelle Marche, a Lapedona e Montedinove, nell’Ascolano. Gli indagati sono fra soci, dipendenti o amministratori, di fatto o di diritto, della società proprietaria e armatrice del rimorchiatore Mare Jonio.