Indagini sull’attentato a Bruxelles, perquisizioni anche nelle Marche. In azione Ros e Digos, nel mirino il Fermano e il Maceratese. Cosa sappiamo

Al vaglio i contatti del terrorista ucciso

Indagini sull’attentato a Bruxelles, perquisizioni anche nelle Marche
Indagini sull’attentato a Bruxelles, perquisizioni anche nelle Marche
di Pierpaolo Pierleoni
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Mercoledì 21 Febbraio 2024, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 12:47
FERMO Aveva contatti anche nel Fermano l’attentatore di Bruxelles. Le indagini su scala internazionale relative al delitto del 16 ottobre 2023 interessano diverse province italiane, da nord a sud e sono scattate le perquisizioni, per chiarire la posizione di 18 persone, tutte di origine nordafricana. Abdesalem Lassoued, 45enne tunisino, quattro mesi fa esplose dei colpi con un fucile semiautomatico nel centro della capitale belga, uccidendo due persone e ferendone una terza. Le vittime si stavano recando ad assistere alla partita di calcio Belgio-Svezia. Il killer è morto poco dopo, in uno scontro a fuoco con le forze di polizia. 


Gli accertamenti


Gli approfondimenti investigativi, però, sono andati avanti incessanti, per ricostruire le cause dell’attentato e soprattutto le relazioni dell’estremista. Polizia belga ed Europol hanno fatto piena luce sui suoi contatti. Il tunisino conosceva bene l’Italia, vi aveva passato oltre 4 anni dal 2012 al 2016. Le indagini hanno portato ad individuare una cerchia di relazioni virtuali del tunisino, con persone dimoranti nelle province di Bologna, Brescia, Como, Fermo, Ferrara, Lecco, Macerata, Teramo, Palermo, Perugia, Roma, Torino, Trento e Udine. Quindi due le province interessate dalle indagini nelle Marche.


I provvedimenti


In particolare, i destinatari dei provvedimenti, emessi dal procuratore distrettuale Giuseppe Amato e dal pm Stefano Dambruoso della Direzione distrettuale antimafia ed antiterrorismo della Procura di Bologna, utilizzavano profili social con contenuti tipici dell’estremismo islamico.


L’intervento


Ad eseguire le perquisizioni, personale del Ros dei Carabinieri e della Digos della Questura di Bologna, con il supporto del Raggruppamento operativo speciale di Roma e della Direzione centrale di polizia di prevenzione.

Rigoroso il riserbo degli inquirenti, che non hanno diffuso ulteriori dettagli sull’operazione. Per il momento, sono stati individuati altri stranieri, verso i quali sono stati emessi provvedimenti di espulsione, per allontanarli dal suolo italiano. La posizione dei perquisiti è in corso di valutazione, per chiarire la loro regolarità a permanere nel territorio nazionale. L’operazione accende i riflettori sul pericolo di infiltrazioni terroristiche in Italia. Che tipo di legame aveva stretto l’attentatore di Bruxelles con i suoi conoscenti italiani? Era solo una comune frequentazione di piattaforme web o c’è il rischio che si replichino attentati? E che frequentazioni aveva il fermano finito sotto la lente delle forze di polizia europee? Tutti interrogativi sui quali proseguono le indagini, con l’obiettivo di recidere eventuali ramificazioni di soggetti radicalizzati.


Il passato


Tra l’altro anche in passato le indagini sull’estremismo islamico avevano toccato le Marche. In particolare nel 2019 era stato anche effettuato un arresto in un centro del Fermano legato a un’indagine, in quel caso, sull’Isis. L’uomo era stato rintracciato in un appartamento dove vivevano due algerini. Si tratta di persone che spesso hanno legami con il mondo dell’estremismo per contatti sporadici o frequentazioni passate che non sfuggono alla fitta rete dei controlli della Digos.
 

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