Fermo, i sindacati denunciano:
«Servizi e personale carenti»

Fermo, i sindacati denunciano: «Servizi e personale carenti»
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Giovedì 25 Maggio 2017, 08:15
FERMO - Una provincia dimezzata e ingovernata. Così etichettano il Fermano Alfonso Cifani e Maurizio Di Cosmo, rispettivamente segretario provinciale della Cisl e della Cgil. «Non abbiamo certo immaginato che nel giro di qualche mese a fronte delle iniziative del “Tavolo per la competitività e lo sviluppo” avremmo ottenuto una svolta tangibile, se non nei risultati, almeno nell’approccio della politica regionale e nazionale. La crisi persiste. Imprese, lavoratori, giovani disoccupati non registrano alcuna azione o scelta mirata a realizzare condizioni minime che possano far pensare al rilancio economico e sociale». La metafora di questa fase è il ponte dell’Aso crollato e fermo lì da tre anni. «Per di più - continuano - il Fermano continua ad essere un territorio dove la presenza degli enti pubblici è minimale, affidata alla discrezionalità di Regione e Governo». 

I due sindacalisti passano in rassegna la situazione partendo dalla Provincia. «Il taglio delle risorse non garantisce i servizi su scuole, strade e tutela ambientale. Penalizzati i cittadini ed esasperati i Presidenti di Provincia che fanno gratis il loro lavoro. Giustificato l’esposto alla Procura e la manifestazione di protesta a Roma lo scorso 18 maggio». Dalla Provincia al commissariato. «A Fermo non c’è ancora la questura; il progetto si è bloccato con la riforma (decreto forse incostituzionale) delle province. La dotazione organica registra circa 40 persone ma, ne servirebbero 60 – 70 dovendo coprire più comuni». Non va meglio al centro per l’impiego. «con un organico di 32, sotto pressione (ad Ascoli 65). Nonostante gli sforzi dei lavoratori è completamente inadeguato alla domanda dei servizi per l’impiego e alle politiche attive del lavoro. La pianta organica dell’Inps inoltre prevede tra i 70-75 dipendenti. Mancano circa 15 persone e 7 dipendenti sono dislocati alla sede di Ascoli. Piano assunzioni 2017 non ne prevede alcuna per Fermo. Si taglia sul lavoro ma si sprecano importanti risorse. Intanto i servizi alle imprese e ai lavoratori, nonostante i grandi sforzi dei dipendenti ed il ricorso alle altre sedi, risultano penalizzati. La gestione delle Casse Integrazioni e delle procedure concorsuali è sempre più problematico». Problemi anche al servizio prevenzione dell’Asur 4. «Oltre al gap dell’intero servizio sanitario, il dipartimento è sottodimensionato con solo 6 ispettori costretti a pesanti carichi di lavoro. Clamorosamente insufficiente a seguire le migliaia di imprese». 

E se in tribunale una folla quotidiana calpesta le aule ed i corridoi con «servizi penali e civili in clamoroso ritardo, mancando mezzi, giudici e personale. Per quanto riguarda la prefettura a fronte di un esoso esborso per l’affitto della sede, la pianta organica è di 34 unità ma ne ha 19 (ad Ascoli 54), meno della metà della media. La situazione è grave e peggiorata dalle incombenze post-sisma». Sulla Camera di Commercio, dopo la perenne carenza di organico, «il governo regionale con inspiegabile passionalità preme su Unioncamere e sulle direzioni per cancellare la recente istituzione attraverso la Camera unica delle Marche». L’ispettorato Territoriale del Lavoro non riesce assolutamente a svolgere i controlli necessari. «Eppure il lavoro nero e sommerso ha tassi significativi nella nostra provincia», dicono i sindacalisti. Infine il comune di Fermo dove a fronte di una media nazionale di 7,12 ogni 1.000 abitanti il numero dei dipendenti comunali per 1.000 abitanti nelle Marche è pari al 6,68 contro 11,58 della Valle d’Aosta, 10,61 della Sicilia, 9,57 del Trentino Alto Adige e 4,49 della Puglia, 5,74 del Veneto. Nel comune capoluogo, da sempre sotto organico, dopo il prepensionamento di 28 dipendenti la situazione si è aggravata con crescente malcontento tra i dipendenti».
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