Fermo, vaccinazioni in crescita
Potenziati servizi e perosnale

Fermo, vaccinazioni in crescita Potenziati servizi e perosnale
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Sabato 12 Agosto 2017, 09:35
FERMO - Con l’entrata in vigore della legge sull’obbligatorietà delle vaccinazioni si stima che nella sola Area Vasta 4 ci saranno 6000 accessi in più all’anno, un numero consistente che tenderà, si spera, ad aumentare fino ad arrivare a zero inadempienti. Per gestire al meglio il servizio ed evitare che si creino code e lunghe attese, il Dipartimento Prevenzione dell’Area Vasta 4 ha preso provvedimenti, aumentando gli ambulatori, il personale sanitario ed estendendo gli orari di apertura, che saranno fino a settembre tutti i giorni dal lunedì al venerdì, mattina solo per i bambini da 0-4 anni, e il pomeriggio per i più grandi e il venerdì solo fino alle 14. Gli stessi orari verranno rimodulati in base alle necessità a settembre, con possibilità di allungarli ulteriormente. 

«Ad oggi gestiamo circa 60 utenti, 30 al mattino e 30 il pomeriggio - spiega il dottore Giuseppe Ciarrocchi responsabile del dipartimento - ad accesso libero, più i programmati. Abbiamo già registrato picchi di 100-130 persone. Se ci sarà necessità di allungare gli orari lo faremo senza problemi, per poter garantire il servizio così importante per la collettività». 

La legge ha infatti reintrodotto l’obbligo vaccinale, che era stato tolto 1999, e stabilito per i genitori inadempienti sanzioni amministrative qualora non si effettuino i vaccini previsti prima dell’iscrizione scolastica. Un’estrema ratio, adottata dal Governo, dopo i quasi 5000 casi di morbillo registrati in Italia e diversi decessi. «Sono da fare alcune importanti e dovute considerazioni sulla legge regionale che delegato alle Asur l’attuazione delle procedure previste dalla legge nazionale. - commenta il direttore Area Vasta 4 Licio Livini - Noi cerchiamo, oltre a questo, di cogliere della legge l’aspetto più rilevante, fare informazione ed educazione per la fascia di non aderenti che ha manifestato il loro dissenso. Non entriamo nel merito dell’obbligo o non obbligo, ma vogliamo far comprendere a queste persone l’importanza di vaccinare i loro figli, e che le tesi della medicina alternativa sono totalmente smentite dalla scienza. Certo ci possono essere effetti collaterali, ma non ci sono state segnalazioni gravi che hanno allarmato. Nel corso degli ultimi anni la popolazione vaccinata è scesa del 15% . Bisogna recuperare questa fascia nell’interesse della comunità e della sanità pubblica, per questo faremo prevenzione, educazione e informazione anche nelle scuole».

La copertura vaccinale in Italia, ad oggi, è al di sotto della soglia di sicurezza( 95% per l’immunità di gregge), e questa tendenza se non viene invertita, rischia di avere gravi conseguenze sia sul piano individuale che collettivo poiché scendere sotto le soglie minime significa perdere via via la protezione della popolazione nel suo complesso e aumentare contemporaneamente il rischio che bambini non vaccinati si ammalino, che si verifichino epidemie importanti, che malattie per anni cancellate dalla protezione dei vaccini non siano riconosciute e trattate in tempo. 

«La legge non fa altro che ribadire il concetto di sanità pubblica - precisa Ciarrocchi - negli ultimi anni le percentuali si sono abbassate, mentre sono aumentate quelle di bambini che si sono ammalati di malattie gravi e trasmissibili». Il nuovo piano vaccinale prevede un’offerta maggiore. Oltre ai 10 vaccini obbligatori, ce ne sono 4 in più, menigocco B e C, varicella e rotavirus. «Il nostro servizio sanitario dovrà compiere uno sforzo in più. Se fino ad oggi contavamo circa 20 mila utenti all’anno, più 1400 nati. Con il decreto sull’obbligatorietà, contiamo di avere 26 mila utenti nel 2018, con una media di 100 persone al giorno. Per questo ci siamo attrezzati, abbiamo aumentato gli ambulatori disponibili, il personale, in maniera che l’utente non faccia code e se ne vada. Siamo l’unica Area Vasta delle Marche per ora che fa due turni, mattina e pomeriggio». 

Uno sforzo collettivo per recuperare quella che Ciarrocchi definisce «popolazione esitante». «Bisogna distinguere coloro che per scelta ideologica decidono di non vaccinare i loro figli, e che per fortuna è ancora una percentuale molto bassa, con chi invece per motivi diversi ha ritardato le vaccinazioni che sono la fetta maggiore. Noi dobbiamo recuperare tra loro, per riportare la situazione sotto controllo per avere quella che si chiama immunità di gregge. Già si è registrata una crescita del 2-3%». Livini ha sottolineato come la Regione Marche sia stata una delle prime regioni a dare attuazione alla normativa vaccinale, dando disposizioni e risorse alle aziende sanitarie che hanno così potuto riprogrammare il servizio, assumendo personale, in vista di un incremento dell’afflusso degli utenti. «L’esitazione vaccinale ha cause diverse - ritorna sull’argomento Ciarrocchi - alla base c’è una cattiva informazione, un rapporto poco chiaro con il pediatra, o semplice dimenticanza. Stiamo per questo cercando di attivare anche una campagna informativa che faccia percepire l’importanza di vaccinare i propri figli come forma di prevenzione».
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