Fermo, il tragico Erasmus di Giacomo
L'ultima notte e il giallo del coltello

Fermo, il tragico Erasmus di Giacomo L'ultima notte e il giallo del coltello
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Venerdì 24 Marzo 2017, 16:02 - Ultimo aggiornamento: 26 Marzo, 10:35
 FERMO - Dall’ultima notte nel clou della festa cittadina all’abisso della morte. Dal mistero del coltello fresco di acquisto con cui, secondo la policia nacional, si è tolto la vita alle testimonianze sconcertate dei compagni di casa. Sono alcuni degli estremi che si toccano nella misteriosa parabola delle ultime ore di vita di Giacomo Nicolai, lo studente fermano di 24 anni trovato morto a Valencia domenica mattina dai suoi coinquilini, con tre coltellate al petto, tra cui quella fatale che ha lesionato il cuore. Gli estremi si toccano senza però rispondere alle domande cruciali che restano apertissime: qual è stato il motivo scatenante che avrebbe portato Giacomo fino a quel punto? Oppure, se c’è un oppure, quali sono le zone oscure in cui scavare per cercare responsabilità di terzi. 
 
Con il passare delle ore, sono filtrate alcune informazioni sull’ultima notte di Giacomo. A Valencia sono i giorni de Las Fallas, festa cittadina di popolo, nella quale si bruciano delle immense sagome di cartone che si preparano durante l’anno, alte anche venti metri, disposte lungo tutta la città. Il punto massimo della settimana è il sabato notte, cioè sabato scorso. È la nit de foc, la notte dei fuochi, in catalano: tutti fuori di casa, paella per tutti, si balla, si beve, si fa festa. Giacomo non si è sottratto: ha fatto nottata come tutti gli studenti del Politecnico di Torino con cui su Erasmuslife.it aveva trovato la casa diventata il suo ultimo domicilio conosciuto in vita. 

Si sa per certo che è stato in discoteca (gli hanno trovato un sello, un timbro sul braccio) insieme a un ragazzo e una ragazza dai quali si è congedato tra le 4 e le 5 andando a casa. I due hanno tirato l’alba nella vicina spiaggia e per quello che hanno riferito ai militi della policia nacional, Nicolai ha scherzato, mandato foto senza evidenziare comportamenti anomali. Il disastro succede intorno alle 7.30 della domenica mattina: uno dei due coinquilini sente dei gemiti, entra in camera e lo trova senza vita con un coltello piantato nel petto. Arrivano la policia e il medico legale, constatano la morte. Dall’ispezione le tre ferite da taglio sono compatibili con colpi autoinferti: due al costato e uno al cuore. I pareri di agenti e medicono concordano, riferiscono al pubblico ministero che ordina l’autopsia. Emergono particolari anche sull’arma che ha provocato la morte: un comune coltello da cucina, acquistato di recente in un bazar, uno spaccio (è stato trovato lo scontrino). Talmente nuovo che c’era ancora la plastica attaccata a una parte della lama. Non si sa se ad acquistare sia stato Giacomo: parrebbe di sì. Nè risulta che siano state ritrovate sostanze nella camera del ragazzo. Per questo si aspetta la chiusura dell’autopsia con i risultati degli esami istologici. 

Formalmente, a Valencia, l’inchiesta è ancora in fase preliminare. Il fatto che medico forense e ispettori della policia nacional siano concordi sull’ipotesi del suicidio non chiude affatto il caso. C’è una piega precisa, certo, ma il fascicolo che andrà in mano al fiscal, il pubblico ministero, si potrà dire completo solo con l’informativa della polizia e la relazione dell’anatomopatologo che ha esaminato il cadavere. Dopodiché si deciderà se approfondire o meno. Fonti vicine agli investigatori riferiscono anche alcune impressioni emerse dall’esame delle foto del ritrovamento del corpo senza vita di Giacomo. Un corpo disteso, quasi sorpreso nel sonno da quella fine atroce e a questo punto impensabile.

Non ci sarebbero segni evidenti di una colluttazione, nè la postura di morte del povero Giacomo la richiama da lontano. È abbastanza evidente che tutto ruoti intorno alle testimonianze dei due coinquilini: messicani, per quel che si è saputo dalla Spagna; spagnoli secondo i genitori. Poco cambia: sempre di ispanici si tratta. Ma in apparenza non c’erano dissapori dentro casa e gli stessi colleghi universitari hanno espresso stupore difronte a questa fine repentina, inspiegabile se collegata ai comportamenti lineari dello stesso Nicolai. 
 
Un altro punto oscuro è la questione del coltello nuovo di zecca che solleva questioni collegate a un qualche tipo di premeditazione. Gli altri due fendenti, quelli non letali, sono a livello del costato. Il terzo è invece in posizione centrale. Fin qui, gli elementi certi e il primo livello di dubbi. Spingendosi oltre può esserci di tutto ma in un territorio per ora (e forse per sempre) improbabile. Per esempio: responsabilità di terzi (interni o esterni alla casa degli universitari), assunzione di sostanze allucinogene che abbiano portato il ragazzo a un gesto incosciente ma addirittura reiterato nella sua pericolosità crescente. Per ora, l’impercorribilità dei dubbi di secondo livello è agganciata a quello che la policia nacional ha deciso di perseguire per acclarare la verità di questo decesso dai contorni ancora sfumati. Cioè abbastanza poco. Quanto sfumati siano i contorni si potrà desumere nei prossimi giorni: se è vero che la famiglia potrebbe optare per una seconda autopsia, ci sarebbe un termine di riferimento anche più prossimo. Ma la chiave delle testimonianze dei coinquilini resterebbe comunque l’unica via per cercare una porta nuova dietro alla quale cercare un’eventuale, seconda verità oltre a quanto fin qui emerso.
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