Tra i quindicimila e i ventimila interventi di ristrutturazione in più. È questa la stima che circola sull’impatto dell’operazione a cui sta lavorando il governo, una revisione dei bonus edilizi che attinge ai fondi “liberati” dal Pnrr. Ma il progetto, che dovrebbe essere impostato nelle prossime settimane in vista della preparazione della legge di Bilancio, dovrà fare i conti con un’altra esigenza ben nota al ministero dell’Economia: quella di risolvere la questione dei crediti relativi al superbonus rimasti “incagliati” perché i soggetti interessati non riescono ad ottenere la monetizzazione.
L’OBIETTIVO
L’obiettivo di fondo è quella di concentrare le risorse sull’efficientamento energetico.
Per questi contribuenti dovrebbe tornare la possibilità di fruire dello sconto in fattura, ovvero di non pagare direttamente i lavori invece di attendere di recuperare le relative somme nella dichiarazione dei redditi. Così verrebbe risolta una problematica ben nota, quello delle ristrutturazioni che si bloccano per il veto dei condòmini con basso reddito, non disposti ad affrontare la propria quota di spese. Gli altri usufruirebbero invece dell’agevolazione nella sua forma tradizionale, con lo sconto destinato a ridursi ulteriormente nel tempo (70 per cento nel 2024 e 65 per cento l’anno successivo).
Il tema della revisione degli incentivi finalizzati alla riqualificazioni energetica è affrontato anche nel Pniec, il Piano nazionale energia e clima che il ministro dell’Ambiente Pichetto ha appena inviato a Bruxelles nella sua versione definitiva. Nel testo si parla di «aggiornare le politiche vigenti al fine di incrementarne il rapporto tra beneficio e costo per lo Stato». Dunque il governo lavorerà a «una riforma degli incentivi fiscali che identifichi priorità di intervento (quali gli edifici meno performanti e le situazioni di povertà energetica) e differenzi il livello di assistenza in base all’efficacia in termini di miglioramento della prestazione energetica dell’edificio sia in termini di riduzione dei consumi che di incremento dell’utilizzo delle fonti rinnovabili».
LE RISORSE
Naturalmente c’è da affrontare il tema delle risorse finanziarie, nell’ambito di una manovra che già si preannuncia “affollata” per le varie esigenze e richieste che saranno poste da governo e maggioranza. Dalla rimodulazione degli obiettivi del Pnrr a cui sta lavorando il ministro Fitto (che parte dalla revisione del piano parallelo noto come “RepowerEu”) dovrebbero scaturire risorse per circa 3 miliardi da destinare appunto al Superbonus. Resta, come accennato il tema dei cosiddetti “esodati”, coloro che dopo aver iniziato i lavori contando sulla possibilità di utilizzare lo “sconto in fattura” - e quindi di non sostenere in prima persona i costi - sono incappati nel blocco dell’acquisto dei crediti da parte del sistema bancario. Una partita che secondo le stime dell’Agenzia delle Entrate vale 7 miliardi.