Braccio di ferro in Cdm sul rifinanziamento del reddito di cittadinanza nell'ambito del decreto fiscale. A quanto si apprende, il Pd e il M5s hanno difeso la misura, che è passata, mentre i ministri di Lega, FI e Iv, Giorgetti, Brunetta e Bonetti hanno espresso i loro dubbi sulla sostenibilità della misura, in particolare in relazione al fatto che non ci sarebbe l'atteso effetto sul lavoro. I ministri del centrodestra e di Iv avrebbero chiesto dunque di ridiscutere il tema in legge di bilancio. E il premier Mario Draghi avrebbe ribadito che sarà la manovra la sede per discuterne, lavorando in particolare sulle politiche attive.
I ministri Giancarlo Giorgetti (Lega), Renato Brunetta (Fi) e Elena Bonetti (Iv), avrebbero chiesto di modificare profondamente il testo, cavallo di battaglia del M5S. Il ministro grillino Stefano Patuanelli avrebbe difeso a spada tratta la misura, trovando l'appoggio del ministro dem Andrea Orlando ma anche del premier Mario Draghi. Alla fine l'impianto del reddito di cittadinanza non è stato modificato.
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Al centro del Cdm di fuoco dunque i 200 milioni di rifinanziamento del reddito di cittadinanza previsti nel dl fiscale. Ad aprire il dibattito il ministro leghista Giancarlo Giorgetti, che avrebbe avanzato dubbi: «Rifinanziamo con i soldi dei lavoratori una misura che di lavoro non ne crea».
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D'accordo sulla necessità di procedere col rifinanziamento nel dl fisco, raccontano, anche il ministro dell'Economia Daniele Franco, che non avrebbe tuttavia espresso alcun parere politico, limitandosi a sottolineare come fosse il dl fiscale la sede giusta per rifinanziare la misura. Sostanzialmente d'accordo con Patuanelli e Orlando, riportano le stesse fonti, il premier Mario Draghi, che avrebbe chiuso la discussione spiegando che delle politiche attive si discuterà nel confronto sulla legge di bilancio. Mettendo così fine a un Cdm di fuoco.