Lego in crisi: la società taglia
1.400 posti di lavoro

Lego in crisi: la società taglia 1.400 posti di lavoro
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Martedì 5 Settembre 2017, 12:59 - Ultimo aggiornamento: 14:23
Ricavi (-5%) e utile netto (-3%) della Lego calano nel primo semestre, a causa della frenata nei mercati dell'Europa e degli Stati Uniti e malgrado la decisa crescita di quello cinese. Alla luce di questo andamento il marchio dei mattoncini ha deciso di semplificare il gruppo con un taglio dell'8% della forza lavoro entro la fine di quest'anno: si tratta di 1.400 posti considerando che oggi Lego impiega circa 18.200 addetti. Dopo i risultati record segnati nel 2016, Lego ha visto scendere i ricavi nei primi sei mesi del 2017 del 5% a 14,9 miliardi di corone danesi, l'utile operativo del 6% a 4,4 miliardi e il profitto netto del 3% a 3,4 miliardi rispetto allo stresso periodo dell'anno scorso.

Negli ultimi cinque anni, per far fronte a una crescita a due cifre a livello globale il gruppo ha costruito una organizzazione sempre più complessa che ora «rende difficile crescere ancora.
«Come risultato abbiamo premuto il tasto reset per l'intero gruppo», spiega il ceo Jorgen Vig Knudstorp, arrivato al vertice della società di giocattoli da meno di un mese con il compito di spingere l'acceleratore sul fronte digitale. «Costruiremo una organizzazione più piccola e meno complessa in modo da raggiungere più bambini possibile.
E questo avrà anche un impatto sui nostri costi», aggiunge il manager danese. Oltre a premere il tasto reset, per azzerare e riavviare l'attuale struttura, ci sarà un secondo passo per il rilancio e il ritorno alla crescita. «Troveremo più opportunità per coinvolgere genitori e bambini e combinare l'esperienza fisica del costruire con quella digitale», afferma il ceo citando Lego Life e Lego Boost. 
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