La legge arriva dopo una campagna iniziata dalla 26enne Gina Martin e durata 18 mesi. La Martin era stata vittima, in passato, di un guardone armato di cellulare. Si trovava a Hyde Park per il British Summertime Festival 2017 quando notò un uomo piegarsi dietro di lei: «Cinque minuti dopo ho visto che un suo amico stava guardando una foto scattata alle parti intime di una donna. Ho capito subito che si trattava di me», ha raccontato la donna.
Martin riuscì a impadronirsi del telefono e lo consegnò a un agente di polizia. L'agente, tuttavia, non potè fare nulla, perché in Gran Bretagna non esisteva una legge che condannasse le molestie di questo genere. Da quel momento la ragazza ha dato il via a una campagna per rendere illegale l’upskirting, lanciata dall’hashtag #StopSkirtingTheIssue che ha raccolto oltre 100mila firme e l’appoggio immediato di Theresa May.
«Ci sono tante persone che faranno affidamento su questa legge», ha dichiarato Martin dopo l’approvazione della norma. «Tutto ciò significa poter decidere sul proprio corpo e ottenere giustizia quando viene trattato come una proprietà pubblica. Possibilità che non ho avuto quando è capitato a me».
A year ago today a man took upskirt photos of me.
— Gina Martin (@ginamartin_uk) 9 luglio 2018
A year ago I decided I wasnt just going to 'ignore it' anymore.
A year ago I began a campaign to make upskirting a sex offence.
Tomorrow my bill goes into committee.
Don't accept assault as 'part of life' as a woman.
♥️
«Con il mio gesto voglio incoraggiare anche le persone a cambiare le cose», ha aggiunto la 26enne, che è riuscita a trasformare in legge una campagna di cui si poteva occupare solamente nel tempo libero. «Sono una persona come tante e mi posso a malapena permettere di poter vivere a Londra con il mio stipendio. Eppure sono riuscita a fare tutto questo».